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Errori di traduzione che hanno fatto la Storia

Pubblicato il 18/04/2022

In un contesto dominato dalla globalizzazione e in un mondo più interconnesso che mai, continuano a verificarsi errori di traduzione clamorosi nelle situazioni più delicate e in ambienti di alto livello. Ad esempio, nel 2013, la stampa spagnola diede per scontato che un portavoce della Commissione Europea avesse definito "spazzatura" le dichiarazioni del ministro Wert. Sebbene Dennis Abbot, il portavoce per l'Istruzione, avesse usato la parola "rubbish" che, effettivamente, significa "spazzatura", non l'aveva fatto in senso letterale. In realtà, "rubbish" si traduce anche come "sciocchezze" o "assurdità" e la corretta interpretazione di questo termine dipende dall'analisi del contesto.

Si tratta di un esempio che, nonostante la polemica suscitata nei media, non ha avuto più di un carattere puramente aneddotico. Ma cosa sarebbe successo se lo stesso errore si fosse verificato in un momento critico, ad esempio in un contesto bellico? Fino a che punto possono arrivare le conseguenze di una cattiva traduzione? Di seguito, raccogliamo alcuni degli errori di traduzione più gravi a cui abbiamo potuto assistere nel corso della Storia.

1. Più di un millennio di errori

Un errore di traduzione ha alterato l'iconografia cristiana per più di un millennio. Incredibile ma vero! Durante il tardo gotico e il Rinascimento, gli artisti rappresentarono Mosè con due corna sulla testa a causa di una cattiva traduzione effettuata, curiosamente, da San Girolamo, un'icona della traduzione. La sua trascrizione in latino dal greco e dall'ebraico antico (dei testi provenienti dalla Vulgata) divenne il modello ufficiale della Chiesa cattolica dal 382 al 1979. L'espressione che indusse all’errore fu "keren or" che, in realtà, si riferiva al "volto splendente" di Mosè.

2. La minaccia di Khrushchev in piena Guerra Fredda

Intorno al 1956, in piena Guerra Fredda, Nikita Chruščëv tenne un discorso presso l'ambasciata polacca di Mosca. Durante l'incontro, a cui partecipò un gran numero di ambasciatori occidentali, il leader comunista disse: "Che vi piaccia o no, la Storia è dalla nostra parte. Vi seppelliremo!". Le sue parole generarono subito un grande disagio: d’altronde, non potevano certamente riferirsi a qualcosa di positivo. Ebbene, in realtà sì, anche se, chiaramente, nel culmine di una corsa agli armamenti, la stampa occidentale si allertò rapidamente e percepì una minaccia latente in questa espressione. Tuttavia, i sovietici chiarirono presto il malinteso. In realtà, Chruščëv aveva fatto riferimento a una citazione presente nel "Manifesto Comunista", a partire dalla quale Marx afferma che la classe borghese finisce per generare coloro che la distruggeranno. Sebbene l’interpretazione di questa frase sia, a prima vista, piuttosto problematica, in realtà le parole furono pronunciate con un'intenzionalità puramente ideologica e non in modo provocatorio. La traduzione più appropriata, proposta da agenzie di traduzione, corrisponderebbe a qualcosa come "Che vi piaccia o no, la Storia è dalla nostra parte. Vivremo abbastanza da vedere come ci seppelliranno".

3. Il discorso erotico di Jimmy Carter

Nel 1977, Jimmy Carter, allora presidente degli Stati Uniti, si recò in Polonia. Il Paese era ancora sotto l'influenza del comunismo e l'obiettivo di Carter era tenere un discorso amichevole per suscitare simpatia tra i cittadini. Tuttavia, il Dipartimento di Stato assunse un interprete di origine russa le cui conoscenze erano piuttosto limitate. Sebbene conoscesse il polacco, non aveva mai tradotto in quella lingua a livello professionale. Il risultato fu disastroso. Carter iniziò il suo discorso dicendo "sono partito dagli Stati Uniti questa mattina stessa" e l'interprete lo tradusse come "ho lasciato gli Stati Uniti per non tornare mai più". Tuttavia, la situazione divenne insostenibile quando il presidente disse "sono felice di essere in Polonia" e l’interprete aggiunse a questa frase una connotazione sessuale trasformandola in "sono felice di vedere le parti intime dei polacchi". Di fronte a quell'incidente spiacevole (e comico), la delegazione decise di sostituire immediatamente l'interprete. Purtroppo, il risultato non fu migliore perché il sostituto conosceva perfettamente il polacco ma non l'inglese e fu incapace di seguire il ritmo di Carter.

4. Marte e la vita intelligente

Quando Giovanni Schiaparelli effettuò le prime descrizioni della superficie di Marte intorno al 1877, si generò un sentimento di isteria collettiva. Il direttore dell'osservatorio di Brera fornì informazioni piuttosto precise in cui si specificava la presenza non solo di mari e continenti, ma anche di canali. La polemica si fece evidente quando, 31 anni dopo, Percival Lowell, un astronomo di origine americana, decise di analizzare il lavoro di Schiaparelli. La sua conclusione fu piuttosto allarmante: I canali artificiali descritti erano stati costruiti da esseri intelligenti per portare acqua al pianeta desertico. Le sue affermazioni causarono un grande scalpore, ma la polemica fu risolta quando si rilevò un errore di traduzione. Giovanni Schiaparelli aveva usato la parola italiana "canali" per riferirsi a gole o canyon, cioè formazioni che somigliano a canali ma la cui origine è del tutto naturale.

5. Una parola che fece esplodere la bomba atomica

Le potenze alleate nella Seconda Guerra Mondiale resero pubblica la dichiarazione di Postdam il 26 luglio 1945. A partire da essa, spiegavano i termini della resa dell'impero giapponese con un tono piuttosto provocatorio, che includeva persino una minaccia velata. Se non si fossero arresi, l'impero avrebbe affrontato una "distruzione imminente e totale". Purtroppo, quando Kantarō Suzuki, il primo ministro giapponese, convocò una conferenza stampa, usò dei termini ambigui che portarono a un'errata interpretazione da parte degli alleati. La parola "mokusatsu" può essere interpretata in due modi: o come "ci penseremo" (il messaggio che il ministro desiderava trasmettere), oppure in un senso molto più negativo, traducibile come "lo disprezziamo". Le sue dichiarazioni furono tradotte in modo errato e il risultato arrivò solo dieci giorni dopo, quando fu chiaro cosa si intendesse per “distruzione imminente e totale”.

6. L'errore di traduzione che costò 71 milioni di dollari

Quando Willie Ramírez fu ricoverato in Florida nel 1978, i familiari cercarono di spiegare cosa gli fosse accaduto. Tuttavia, non parlavano inglese. Nel tentativo di spiegare che Willie aveva avuto un'intossicazione alimentare, il personale ospedaliero (teoricamente bilingue) tradusse il termine spagnolo "intoxicado" con "intoxicated". In inglese, questo termine si riferisce a persone sotto l’effetto di droghe o che hanno ingerito quantità elevate di alcol. La situazione divenne drammatica perché il paziente aveva subito un'emorragia cerebrale, mentre i suoi familiari credevano che si trattasse di un'infezione gastrointestinale. I medici, da parte loro, diedero per scontato che il suo stato fosse dovuto a un'overdose e gli somministrarono un trattamento che, invece di aiutare, gli causò gravi conseguenze. Questa negligenza, motivata da un errore di traduzione medica, portò a un risarcimento significativo per la famiglia, pari a 71 milioni di dollari. Inoltre, Willie rimase tetraplegico.

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Ritratto di Virginia Pacheco
Virginia Pacheco

Scrittrice per blog e community manager interessata alla multiculturalità e alla diversità linguistica. Originaria del Venezuela, ha viaggiato e vissuto a lungo in Francia, Germania, Camerun e Spagna, unendo alla sua passione per la scrittura la sua esperienza interculturale.

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