|
|

Gestione aziendale

Pubblicato il 15/09/2025

La riuscita di un progetto di traduzione non dipende solo dalle capacità del traduttore. La qualità delle informazioni che vengono fornite a riguardo ha un ruolo fondamentale. Un briefing di traduzione chiaro e dettagliato fa risparmiare tempo, evita malintesi e fa in modo che il risultato si adatti perfettamente alle tue esigenze. Quanto più precise sono le indicazioni del cliente, tanto maggiore è la garanzia di ottenere una traduzione fedele ed efficace, capace di adattarsi perfettamente alla tua strategia di comunicazione.

 

Perché un briefing di traduzione è essenziale

Il briefing è la tabella di marcia del traduttore. Lo aiuta a capire le aspettative del cliente, a scegliere il giusto stile e ad adottare la giusta terminologia. Senza un briefing, il traduttore dovrà indovinare le intenzioni del cliente, il che può comportare ritardi, correzioni che si potevano evitare o un risultato che non rispecchia a pieno l’immagine della tua azienda. Un briefing ben preparato garantisce una collaborazione più fluida e dei risultati ottimali. È anche un modo per risparmiare tempo e risorse grazie alla possibilità di anticipare meglio ogni passo.

Definisci i tuoi obiettivi: qual è lo scopo del testo?

Vuoi informare i tuoi lettori, convincerli, vendere loro un prodotto o formarli? A seconda dell'obiettivo, lo stile e il vocabolario saranno diversi. Una brochure deve essere attraente e persuasiva, mentre un manuale tecnico richiede chiarezza, precisione e neutralità. Se stabilisci i tuoi obiettivi fin dall'inizio, eviterai che il traduttore prenda decisioni approssimative e otterrai un testo perfettamente in linea con le tue intenzioni.

Specifica le lingue di origine e di destinazione

Non limitarti a indicare la lingua. Devi anche indicare la variante desiderata: inglese britannico o americano, spagnolo della Spagna o dell'Argentina... Questi dettagli ti aiuteranno a evitare malintesi e aggiustamenti alla fine del progetto. Una traduzione che non tenga conto dell'uso regionale e/o locale della lingua potrebbe non essere cosí impattante oppure dare luogo a fraintendimenti. Con un briefing studiato nei minimi dettagli, il traduttore saprà che variante usare fin dall'inizio.

Descrivi il contesto e il pubblico a cui ti rivolgi

A chi è rivolto il testo? A specialisti che parlano il gergo del tuo settore o a un pubblico generale che forse ha bisogno di un linguaggio non troppo specializzato? Il contesto è altrettanto importante: si tratta di un documento interno, di una campagna di marketing o di una comunicazione ufficiale? Queste informazioni non solo influenzano il tono, ma anche il grado di precisione del vocabolario utilizzato. Più il traduttore conosce il pubblico a cui ti rivolgi, più la traduzione sarà precisa.

Indica il formato e i requisiti tecnici

Specifica il formato previsto: Word, InDesign, Excel, HTML... se la traduzione deve adattarsi al layout di una pagina o rispettare un limite di caratteri (ad esempio su un sito web o un'applicazione), indicalo chiaramente. Queste limitazioni tecniche hanno un impatto diretto sul lavoro del traduttore, in quanto a volte obbligano il traduttore a riformulare o ridurre la traduzione. Indicarle prima della consegna aumenta l'efficienza ed evita modifiche dell'ultimo minuto che richiedono più tempo e denaro.

Fornisci riferimenti ed esempi

Per assicurarti la coerenza, condividi i tuoi glossari, eventuali traduzioni precedenti, una guida di stile o anche esempi di testi esterni che rispecchiano i tuoi contenuti. Questi documenti aiutano il traduttore a capire il tono del tuo marchio e a mantenere la coerenza tra tutti i tuoi documenti. Fornire questi punti di riferimento è un'azione semplice ma preziosa, in quanto limita il rischio di incongruenze o fraintendimenti.

Stabilisci scadenze realistiche e pianifica le varie convalide

Un calendario ben programmato evita spiacevoli sorprese. Indica la data di consegna finale, ma anche le fasi intermedie se necessario (bozza, correzione interna, conferma da parte di un dipartimento specifico). Prendersi del tempo per pianificare permetterà di anticipare gli imprevisti, di apportare modifiche in modo efficiente e di ridurre lo stress associato alle scadenze ravvicinate. Una tabella di marcia chiara è vantaggiosa sia per te che per il traduttore.

Identifica le persone giuste da contattare

I traduttori devono sapere chi possono contattare in caso di dubbi. Devi fornire un contatto principale che si occupi esclusivamente della comunicazione con il traduttore, così da aumentare l'efficienza ed evitare messaggi ridondanti. In questo modo la comunicazione fluisce senza intoppi e i potenziali problemi che bloccano l'avanzamento del progetto vengono risolti in un batter d’occhio. Se il contatto scelto è una persona di contatto reattiva e disponibile, si assicura un follow-up professionale e scorrevole.

Lista: gli 8 punti di un briefing efficace

  1. Obiettivi chiari e dettagliati
  2. Lingua di origine e lingua di destinazione (con varianti regionali)
  3. Descrizione del target e del contesto
  4. Formato del documento e specifiche tecniche
  5. Glossari e documenti di riferimento
  6. Calendario preciso con le fasi di convalida
  7. Dati dei contatti scelti
  8. Eventuali istruzioni specifiche del progetto

Un briefing di traduzione ti fa risparmiare tempo ed è garanzia di qualità. Noi di Abroadlink lavoriamo con te fin dalla preparazione del briefing per farti ottenere il massimo dai tuoi progetti multilingue.

Forse potrebbero interessarti anche questi altri articoli:

Ritratto di Djobdi SAIDOU
Djobdi SAIDOU

Assistant marketing chez Abroadlink, Djobdi SAÏDOU est actuellement en deuxième année de Master Langues Étrangères Affaires Internationales à l'Université de Lorraine. Il est également titulaire d'une licence de langues étrangères appliquées.

1
Pubblicato il 30/06/2025
translations-for-businesses

Le traduzioni di scarsa qualità non solo sono motivo di imbarazzo, ma allo stesso tempo, possono compromettere la reputazione del tuo marchio, disorientare i clienti e causarti gravi perdite economiche. Ma c'è una buona notizia: risultati migliori non sempre implicano costi maggiori. Spesso le aziende hanno solo bisogno di un modo più intelligente di lavorare con i fornitori di servizi di traduzione.

Che tu stia lavorando con un traduttore freelance, con un'agenzia di traduzione o che tu stia gestendo le traduzioni internamente, queste cinque strategie possono aiutarti a migliorare la qualità e l'efficienza sotto ogni punto di vista.

Per prima cosa, affrontiamo uno degli argomenti più spinosi: "La traduzione è morta a causa dell'intelligenza artificiale?"

È vero, la traduzione automatica è migliorata notevolmente. Strumenti come DeepL, Google Translate e, sì, anche ChatGPT possono produrre risultati straordinariamente fluidi e scorrevoli. Sono perfetti per un uso occasionale, per la preparazione di bozze o semplicemente per cogliere il senso generale di un testo.

Ma non sono:

  • Un valido sostituto del giudizio di un professionista umano
  • Una tutela sicura contro gli errori legali, culturali o tecnici
  • Una fonte affidabile per i contenuti sensibili per il marchio o per i contenuti ad alto rischio

Pensa all'IA come un potente punto di partenza e non come a un traguardo. Infatti, molti professionisti utilizzano la traduzione automatica con post-editing umano per combinare velocità e qualità. Ma se vuoi che i tuoi contenuti siano corretti - chiari, coerenti, legalmente validi o persuasivi - hai ancora bisogno della mano umana.

Le aziende più intelligenti stanno imparando ad integrare l'IA in modo saggio, senza affidarsi completamente ad essa alla cieca.

[TOC]

1. Condividi ciò che conta di più: Mercato, tono e pubblico

Con chi stai parlando? Dove vivono? Cosa conta per loro?

Il tono, la formalità, il vocabolario: tutto questo cambia a seconda della regione e della popolazione. Ad esempio, lo spagnolo parlato in Colombia è molto diverso da quello parlato in Argentina. Il tedesco parlato dagli adolescenti non assomiglia affatto al tedesco dell’ambito legale. Se non hai le idee chiare sul tuo pubblico target, le tue traduzioni potrebbero andare completamente fuori strada.

E anche se l'intelligenza artificiale può "azzeccare" il tono o l'intento, questa non conosce lo stile comunicativo o il pubblico del tuo brand, a meno che non sia tu a definirlo. Quanto più sarai specifico nel definire chi stai cercando di raggiungere, più i tuoi traduttori, umani o assistiti dall'intelligenza artificiale, prenderanno decisioni migliori.

2. Solo professionisti: Non puntare unicamente sulle competenze linguistiche

Un dipendente bilingue o un amico che ha studiato all'estero non potranno mai garantirti il servizio di un traduttore professionista. La traduzione richiede competenze nel settore, abilità di scrittura, conoscenza culturale e strumenti specializzati.

Anche l'intelligenza artificiale ha bisogno di una supervisione qualificata. Proprio come non pubblicheresti un contratto legale generato da ChatGPT senza la revisione di un avvocato, non dovresti pubblicare testi pubblicitari o istruzioni di sicurezza, tradotti dall'AI senza il contributo di un traduttore.

Vuoi una qualità affidabile? Lavora con professionisti qualificati e, se utilizzi la traduzione automatica, abbinala a un post-editing esperto.

3. Fornisci gli originali in formati modificabili e accessibili

L'invio di PDF o screenshot non modificabili è uno dei principali fattori che ostacolano la produttività nei processi di traduzione. I traduttori professionisti (e i software di traduzione) lavorano al meglio con file strutturati e modificabili: Word, PowerPoint, Excel, HTML, pacchetti InDesign, ecc.

I moderni strumenti di traduzione intercettano le ripetizioni e creano memorie di traduzione, ovvero, veri e propri database intelligenti che conservano le traduzioni precedenti, così da aumentare la coerenza e ridurre i costi nel tempo.

Gli strumenti di intelligenza artificiale possono tradurre velocemente grandi quantità di testo, ma senza un input strutturato potrebbero uscire fuori contesto o interpretare male i contenuti legati al layout. Aiutali (e aiuta il tuo team) fornendo file sorgente puliti fin dall'inizio.

4. Il contesto è la chiave: Fornisci ai traduttori un quadro completo

Anche l'IA più avanzata non riuscirebbe ad indovinare il significato di "Premi qui" se non sa cosa sia "qui". Che si tratti di esseri umani o di macchine, il contesto riduce gli errori.

Per risultati rapidi ed efficaci :

  • Condividi gli screenshot degli elementi dell'interfaccia utente
  • Rendi chiaro lo scopo del documento
  • Fornisci materiali di riferimento, linee guida del brand o traduzioni precedenti

La chiarezza del contesto ottimizza il lavoro dei traduttori e migliora i risultati della traduzione automatica. Proprio come dare al tuo GPS il giusto indirizzo di destinazione: rende il viaggio più semplice.


5. Sfrutta le risorse interne, ma con il giusto equilibrio

Il tuo team vendite, i distributori o le filiali internazionali conoscono i tuoi prodotti e il tuo mercato meglio di chiunque altro. Il loro contributo riguardo la terminologia, il tono e gli aspetti culturali, è prezioso, soprattutto per adattare i tuoi contenuti a livello locale.

Coinvolgili senza sovraccaricarli. Un sistema di feedback che sia chiaro e semplice, con responsabilità ben precise, impedisce che la collaborazione rallenti il lavoro. Inoltre, tu o il tuo fornitore di servizi linguistici potete avvalervi di piattaforme di revisione strutturate o sistemi di gestione delle traduzioni per coordinare il processo in modo efficiente.

Il risultato finale: La qualità della traduzione come vantaggio strategico

Dal momento che i tuoi contenuti influenzano il modo in cui le persone vedono il tuo marchio - ed è raro che non sia così - la traduzione merita più di uno spazio dell'ultimo minuto nel processo di lavoro. Merita una strategia.

  • Conosci il tuo pubblico
  • Usa professionisti
  • Fornisci il contesto e le risorse
  • Sfrutta la tecnologia intelligente
  • Dai spazio ai feedback nel tuo processo

La traduzione non sta morendo. Si sta evolvendo. E con il giusto approccio, la tua azienda può comunicare in modo più efficace, rapido e sicuro in tutte le lingue d’interesse.

Forse potrebbero interessarti anche questi altri articoli:

Ritratto di Josh Gambin
Josh Gambin

Josh Gambín Asensio è laureato in Scienze biologiche presso l'Università di Valencia e in Traduzione e Interpretazione presso l'Università di Granada. Ha lavorato come project manager, impaginatore e traduttore freelance e in-house. Dal 2002 è socio fondatore di AbroadLink e attualmente ricopre la carica di Direttore Vendite e Marketing.

linkedin logo
1
Pubblicato il 28/05/2025
Post-Market Surveillance (PMS)

I fabbricanti di dispositivi medici (MD) e dispositivi medico-diagnostici in vitro (IVD) che commercializzano i loro prodotti nel Regno Unito devono prepararsi a nuovi requisiti normativi: dal 16 giugno 2025 entreranno in vigore i nuovi requisiti di sorveglianza post-commercializzazione (PMS). In questo articolo scoprirai nel dettaglio quali sono i cambiamenti in arrivo, come dovrai adattare il tuo sistema di sorveglianza post-commercializzazione e come sfruttare le somiglianze con i regolamenti UE (MDR, IVDR) già esistenti, per rispettare la normativa vigente.

Mentre l'Unione europea (UE) ha dato vita a un quadro normativo uniforme attraverso il Regolamento (UE) 2017/745 relativo ai dispositivi medici (MDR) e il Regolamento (UE) 2017/746 relativo ai dispositivi medico-diagnostici in vitro (IVDR), dopo la Brexit, il Regno Unito ha intrapreso un cammino regolamentare diverso. Si prospetta un cambiamento significativo: il 16 giugno 2025 entreranno in vigore dei requisiti più rigidi riguardo alla sorveglianza post-commercializzazione. Questi cambiamenti mirano a strutturare il monitoraggio dei dispositivi medici e dei dispositivi medico-diagnostici in vitro (IVD) nel Regno Unito e ad adattarlo agli attuali standard normativi.

Ma in cosa consistono esattamente questi cambiamenti? Quali sono le tempistiche? Come possono le aziende elaborare una strategia valida per soddisfare i nuovi requisiti? Questo articolo ti fornisce una panoramica strutturata delle principali novità e illustra in dettaglio i passi da seguire.

[TOC]

Il nuovo quadro normativo relativo alla sorveglianza post-commercializzazione (PMS) nel Regno Unito

Dopo la Brexit, il Regno Unito scelse inizialmente di non modificare il Regolamento del 2002 sui dispositivi medici. Tuttavia, l'aumento dei requisiti di sicurezza e delle prestazioni degli MD e degli IVD ha messo in evidenza la necessità di una riforma legislativa. Di conseguenza, l'Agenzia per la regolamentazione dei medicinali e dei prodotti sanitari (MHRA) del Regno Unito ha avviato una revisione progressiva della legislazione in vigore. Uno degli aspetti più rilevanti che risultano da questa revisione è l'introduzione della Parte 4A, che stabilisce i requisiti legali per il sistema di sorveglianza post-commercializzazione nel Regno Unito.

N.B.: la normativa si applica esclusivamente nei territori della Gran Bretagna (Inghilterra, Scozia e Galles). L'Irlanda del Nord è ancora soggetta alla normativa UE in virtù del protocollo su Irlanda e Irlanda del Nord (NIP) e quindi rimangono in vigore l'MDR e l'IVDR. Quest’ultimo aspetto non verrà affrontato nell'articolo.

I nuovi requisiti di sorveglianza post-commercializzazione entreranno ufficialmente in vigore il 16 giugno 2025. A partire da quel momento si applicheranno a:

  • tutti i dispositivi medici e i dispositivi medico-diagnostici in vitro con marcatura UKCA (valutazione di conformità del Regno Unito);
  • dispositivi con marcatura CE ai sensi delL'MDR/IVDR che possono continuare a essere commercializzati nel Regno Unito fino al 30 giugno 2030.

Al contrario, non si applica ai dispositivi commercializzati esclusivamente in Irlanda del Nord o ritirati dal mercato britannico prima del 16 giugno 2025.

I nuovi requisiti si basano sulla normativa UE, ma differiscono da questa per alcuni aspetti chiave come le tempistiche per la segnalazione, la struttura della documentazione e le procedure specifiche per la PMS. Pertanto, i fabbricanti che operano sia sul mercato britannico che su quello dell'UE (o in tutto il Regno Unito) devono affrontare la sfida di definire un sistema di sorveglianza post-commercializzazione che sia conforme a entrambE le normative.

I principali requisiti di PMS nel Regno Unito e le somiglianze con l'MDR/IVDR

Con l'introduzione della Parte 4A, il Regno Unito stabilisce nuovi standard per il sistema di PMS, al fine di assicurare che i dispositivi medici e i dispositivi medico-diagnostici in vitro continuino ad essere sicuri ed efficaci per l’intera durata di vita del dispositivo.

Sebbene il Regno Unito non stia introducendo un sistema normativo completamente nuovo, è la prima volta che definisce in modo strutturato i requisiti di PMS, insieme ad obblighi concreti per i fabbricanti. Un'analisi più approfondita dei nuovi requisiti consente di identificare gli obblighi dei fabbricanti e di rilevare le potenziali similitudini con l'MDR e l'IVDR.

Il sistema PMS è obbligatorio: il piano di sorveglianza post-commercializzazione

I fabbricanti devono introdurre un sistema di PMS strutturato che sia capace non solo di registrare tutti i dati relativi alla sicurezza e alle prestazioni, ma anche di garantire una valutazione continua delle prestazioni del dispositivo e dei potenziali rischi fino alla fine della sua vita utile. Il sistema deve basarsi su un piano di PMS che stabilisca i metodi di raccolta dei dati, la valutazione dei rischi e la segnalazione in materia di sicurezza.

Sono requisiti simili a quelli dell'MDR e dell'IVDR. Per questo motivo, le aziende che hanno già implementato un sistema di PMS, solitamente, hanno bisogno di apportare solo qualche modifica a dei casi specifici per adattarsi ai requisiti britannici.

I nuovi requisiti di segnalazione e il formato standardizzato del PSUR

Un aspetto centrale dei nuovi requisiti è la presentazione periodica dei rapporti, in particolare del rapporti periodico di aggiornamento sulla sicurezza (PSUR) e del rapporti sulla sorveglianza post-commercializzazione.

A seconda della classe di rischio, si applicano i seguenti requisiti di segnalazione:

  • Dispositivi appartenenti a classi di rischio inferiori (classe I, A, B): PSUR ogni 3 anni.
  • Dispositivi di classe IIa: PSUR ogni 2 anni.
  • Per le classi di rischio superiori (classe IIb, III, C, D, dispositivi impiantabili): PSUR annuale.

Per la compilare il PSUR, l'MHRA fornisce ai fabbricanti un formato standardizzato basato sostanzialmente sui contenuti della guida dell'UE relativa al PSUR (MDCG 2022-21). In termini di contenuti e struttura ci sono molte somiglianze con la guida dell'UE, ma anche alcune differenze:

  • una classificazione dei dati per regione: l'MHRA richiede una suddivisione per regione a sé stante per i dati del Regno Unito (UK), che consenta di distinguere tra Gran Bretagna e Irlanda del Nord;
  • una maggiore attenzione ai real world data (RWD, 'dati del mondo reale'): nella sua guida, l'MHRA sottolinea l'importanza di includere fonti di dati specifiche realtive alla sicurezza e alle prestazioni del dispositivo, oltre al tradizionale follow-up clinico post-commercializzazione (PMCF).

Un vantaggio per i fabbricanti che operano già seguendo il Regolamento, in conformità con l'MDR/IVDR, ricade nella possibilità di armonizzazione dei processi di raccolta e di analisi dei dati per soddisfare efficacemente i requisiti di entrambi le normative.

Gli obblighi di segnalazione e l'analisi delle tendenze

I nuovi requisiti del Regno Unito istituiscono condizioni ampliate per la segnalazione degli incidenti gravi e delle tendenze. Le tempistiche di segnalazione nell'Unione europea e nel Regno Unito sono essenzialmente le stesse, ma cambiano le autorità competenti, poiché quest'ultime, nel caso di dell'UE e dell'MHRA, operano in modo indipendente. Le aziende che operano in entrambi i mercati (o in tutto il Regno Unito) devono garantire che il loro sistema di PMS possa gestire segnalazioni differenziate, poiché potrebbe essere necessario segnalare separatamente all'MHRA anche quando l'incidente si è verificato nell'UE ed è già stato segnalato all'autorità nazionale competente.

Inoltre, i fabbricanti devono implementare un sistema di segnalazione delle tendenze che metta in evidenza se ci sono stati cambiamenti significativi nella frequenza o nella gravità degli incidenti e li segnali all'MHRA. Anche questo è un requisito simile a quello dell'MDR/IVDR, che consente quindi di mettere in atto i sistemi esistenti con le relative modifiche.

Gli approcci strategici per l'attuazione: come sfruttare le similitudini tra UE e Regno Unito?

Con i nuovi requisiti diPMS, molte aziende si chiedono come possano adattare efficacemente i loro sistemi. Optare per la raccolta di una documentazione per l'UE e una per il Regno Unito comporta uno sforzo significativo, mentre un'armonizzazione totale può non essere fattibile in tutti i contesti.

La buona notizia è che la somiglianza tra i requisiti di PMS del Regno Unito e dell'UE fornisce numerose possibilità per ottimizzare le procedure allineando strategicamente la documentazione, i cicli di segnalazione e la raccolta dei dati all'interno delle due normative.

La strategia più adatta dipende da diversi fattori, che vanno dalle dimensioni della gamma dei dispositivi alla disponibilità delle risorse interne. Sicuramente, la cosa più importante è che i fabbricanti inizino ad adattarsi con anticipo per non incorrere in dei rischi normativi già a partire da giugno 2025.

Scadenza: 16 giugno 2025 - Quali documenti devono essere disponibili entro tale data?

A partire dal 16 giugno 2025, i fabbricanti che commercializzano dispositivi nel Regno Unito devono disporre di un sistema di PMS e di un piano di PMS per i loro prodotti. Inoltre, è necessario introdurre procedure di segnalazione delle tendenze e di vigilanza per raccogliere e notificare sistematicamente i dati rilevanti in materia di sicurezza.

Non è necessario stilare rapporti di sorveglianza post-commercializzazione (PMSR) né PSUR retroattivamente, ma la raccolta dei dati deve iniziare a partire dalla data di entrata in vigore in modo che i primi rapporti possano essere redatti in conformità con i requisiti di segnalazione anche negli anni successivi.

Agire fin da subito per garantire la certezza normativa

I nuovi requisiti di PMS per il Regno Unito entreranno in vigore il 16 giugno 2025 e richiederanno ai fabbricanti delle strutture chiare, procedure coordinate e una documentazione solida. Sebbene le somiglianze con l'MDR/IVDR offrano un certo margine di armonizzazione, le differenze specifiche – come i requisiti di segnalazione e l’elaborazione dei dati per regione – rendono indispensabile una pianificazione strategica.

Ora, le aziende si trovano ad affrontare le seguenti questioni:

  • Quali modifiche sono necessarie per soddisfare i nuovi requisiti del Regno Unito?
  • In che aspetti si possono trovare somiglianze tra il sistema di PMS dell'UE e quello del Regno Unito?
  • Quali documenti e procedimenti devono essere adattati?

Ci sono diverse soluzioni, ma sicuramente agire con anticipo è il modo migliore per tutelarsi dai rischi normativi e migliorare in modo sostenibile i processi interni all'azienda.

Forse potrebbero interessarti anche questi altri articoli:

1
Pubblicato il 29/09/2023

Imbarcarsi in un progetto di responsabilità sociale d'impresa, dall'inglese Corporate Social Responsibility (CSR) , è un ottimo modo per distinguersi, adottare i valori del nostro tempo e intraprendere una conversione duratura. Una politica di CSR non si può però improvvisare, richiede collaborazione e formazione dell’ecosistema professionale.

[TOC]

Avviare il dialogo

Uno dei pilastri della CSR è il rispetto per l'essere umano. Quando si desidera intraprendere questo tipo di approccio, è importante invitare tutti i componenti dell’azienda (dipendenti, collaboratori esterni, fornitori, clienti, partner, ecc.) a riflettere sui miglioramenti da realizzare.

Ognuno deve potersi esprimere, sentirsi ascoltato e coinvolto per poter avere una solida base per il benessere sul lavoro. Riconoscere l'importanza e le idee di ogni persona permette a tutti di sentirsi bene nel proprio ruolo all'interno dell'azienda o nella loro interazione con essa. 

In primo luogo, una politica di CSR si basasu un brainstorming, ovvero lo scambio di idee provenienti da diversi punti di vista. È a partire dalla raccolta e considerazione di diverse prospettive che si può aprire un dibattito per discutere e valutare le nuove proposte. 

Anche in questo caso, nonostante sia necessario indirizzare la scelta in una direzione concreta, è importante che le decisioni vengano prese congiuntamente e non arbitrariamente da un leader.

Effettuare un audit

La CSR si concentra su tre temi principali: ambiente, società ed economia. Conviene effettuare un’analisi delle pratiche esistenti all'interno dell'azienda per comprendere il margine di miglioramento possibile in ciascuno degli aspetti. Mappare gli aspetti negativi dell'azienda serve a prenderne atto e poter cercare soluzioni.

Questo consente anche di stabilire le priorità e iniziare rapidamente con cambiamenti facili da attuare.

Da un punto di vista ambientale, si tratta di comprendere come l'azienda potrebbe ridurre il suo impatto sulla natura, esaminando tutti gli anelli della catena. Qualunque sia la natura delle attività dell'azienda, il cambiamento può iniziare con azioni semplici come la separazione dei rifiuti, il car sharing da parte dei collaboratori, l'uso razionale delle risorse, ecc. Si può poi andare oltre e optare per energie verdi, eliminare sostanze chimiche, promuovere il design ecologico, scegliere delle forniture di qualità...

Per quanto riguarda l'ambito sociale, l'idea è garantire il benessere di tutte le parti interessate, il loro trattamento equo e il rispetto dei diritti umani. Questo riguarda ovviamente i dipendenti, ma anche tutti i partner e i clienti.

Concretamente, consiste nell'assicurare l'ergonomia,una buona illuminazione dei posti di lavoro, rispettare gli orari e i giorni di riposo, verificare la sicurezza dei luoghi di lavoro, ecc. Più in profondità, è possibile promuovere la diversità all'interno dell'azienda e vietare le discriminazioni, creare una fondazione o contribuire a un'associazione di difesa di una causa umanitaria, optare per una gestione benevola, garantire la trasparenza della governance, ecc.

L'aspetto economico, invece, comprende la sostenibilità della creazione della ricchezza e il miglioramento delle condizioni materiali. Si tratta di promuovere lo sviluppo del tessuto economico locale, optare per una tariffazione equa per entrambe le parti, promuovere l'economia circolare e combattere l'obsolescenza programmata.

Nominare un responsabile

Anche se tutti devono essere coinvolti nel progetto di CSR, è importante designare una persona o un gruppo di lavoro che guidi questo processo. Ciò consente di realizzare progetti a lungo termine, integrare la responsabilità sociale d'impresa nel cuore della strategia aziendale ed evitare che l'entusiasmo iniziale diminuisca.

La persona o il team dedicato deve essere un punto di riferimento, una sorta di capo progetto per tutto ciò che riguarda la CSR. È compito di questa persona coordinare le azioni, pianificarne l’attuazione e occuparsi delle formalità. È anche importante rimanere regolarmente informati sulle evoluzioni delle restrizioni (leggi, norme ISO...) per gestire efficacemente la politica di CSR. Anche sensibilizzare, spiegare e comunicare le diverse azioni intraprese fa parte della missione.

Infine, per gestire la CSR, bisogna sforzarsi di misurare regolarmente i progressi dell'azienda per verificare i passi fatti, gli aspetti da rafforzare e i nuovi obiettivi da raggiungere.

Formazione

Evidentemente, non è possibile improvvisare per stabilire e mettere in atto una strategia di CSR a lungo termine: per intraprendere questo percorso, la cosa più appropriata è avere la formazione necessaria

Una formazione solida in CSR, impartita da un professionista esperto, permette di comprendere le sfide, acquisire le basi per stabilire un piano d'azione e superare le generalità. Bisogna anche acquisire competenze, pensare alla comunicazione e stabilire indicatori affidabili e obiettivi per misurare i progressi. 

Che si tratti di una piccola impresa o di una grande azienda, a volte bastano poche ore o pochi giorni di formazione per migliorare queste competenze e costruire una politica di responsabilità sociale d'impresa coerente e sincera che coinvolga le diverse parti interessate. I benefici di tale approccio sono numerosi: miglioramento dell'immagine del marchio e della motivazione dei collaboratori, attrazione di nuovi talenti/partner. Questo può aiutare tutti i tipi di aziende, anche un’agenzia di traduzione come AbroadLink.

Ritratto di Virginia Pacheco
Virginia Pacheco

Scrittrice per blog e community manager interessata alla multiculturalità e alla diversità linguistica. Originaria del Venezuela, ha viaggiato e vissuto a lungo in Francia, Germania, Camerun e Spagna, unendo alla sua passione per la scrittura la sua esperienza interculturale.

1
Pubblicato il 16/08/2021

Il norvegese è una lingua germanica che discende dall’antico norreno, la lingua parlata dai vichinghi nel Medioevo. Nella scrittura, la complessità di questa lingua è aumentata a causa della presenza di due norme linguistiche ufficiali: il Bokmål, che significa ‘lingua dei libri’, risultato dell’influenza danese, e il Nynorsk, più recente.

Anche se la maggior parte dei norvegesi parla anche l’inglese, è possibile che ti venga chiesto di tradurre i tuoi contenuti in norvegese. Questi sono i principali punti da tenere in considerazione per garantire la qualità di una traduzione professionale in norvegese.

[TOC]

1. Tradurre in norvegese: bokmål o nynorsk?

Traduzione in norvegese bokmål o nynorsk

A meno che non sia espressamente indicato il contrario, le traduzioni in norvegese ad uso aziendale devono essere fatte in bokmål. Queste due norme, che sono molto simili, non si applicano in modo uniforme.

L’85-90% della popolazione utilizza il bokmål, quindi il nynorsk viene utilizzato molto poco per le traduzioni dall’italiano o dall’inglese.

2. Controlla che gli accenti siano corretti nella traduzione in norvegese.

Controlla che gli accenti siano corretti nella traduzione in norvegese.

Il norvegese scritto ha caratteri speciali, corrispondenti ai diversi suoni tipici della lingua, che probabilmente avrai già visto: å, ø, æ.

Una traduzione corretta in norvegese deve avere, ovviamente, gli accenti corretti. Presta molta attenzione a questa parte. Spesso può accadere, nel caso dei nomi propri scandinavi, che la «å» (che corrisponde al nostro suono «o») venga scritta «aa», il che è corretto in alcune situazioni, ma sbagliato in altre.

La lettera «å» proviene dal danese e ha sostituito il digramma «aa» quando è stata introdotta nel 1917. Se vedi «aa» nella traduzione, al di fuori del caso speciale che abbiamo menzionato, potrebbe essere un tentativo di sostituire questa lettera quando la tastiera utilizzata non ha accenti norvegesi.

3. Perché dovrei evitare le traduzioni automatiche in norvegese?

Perché dovrei evitare le traduzioni automatiche in norvegese

Il norvegese, una lingua minore, non è ben supportato dai traduttori automatici, come Google Traduttore. Ovviamente, può essere utile per comprendere il significato dei testi norvegesi, ma la qualità delle traduzioni automatiche dall’italiano al norvegese non è sufficiente per dar loro valore commerciale.

In altre parole, se la tua azienda ha bisogno di una traduzione affidabile in norvegese, che è una lingua poco comune, non può fare a meno di un traduttore professionista o di un’agenzia di traduzione.

Tuttavia, puoi utilizzare strumenti di traduzione online come quelli offerti dalla piattaforma eTranslator per imparare la lingua norvegese.

4. Le traduzioni in norvegese non sono economiche

Le traduzioni in norvegese non sono economiche

Secondo la legge dell’offerta e della domanda, ciò che è più raro è più costoso e la tua azienda deve essere disposta a pagare di più rispetto a lingue più comuni come l’inglese o il tedesco.

Pertanto, dovrai mettere in preventivo che il prezzo da pagare può essere anche il doppio del prezzo di una traduzione in una lingua economica... o anche di più.

In AbroadLink, la nostra agenzia di traduzione, ti guideremo nel mondo della traduzione in norvegese e ti aiuteremo a trovare la migliore soluzione per ridurre il più possibile i costi.

Forse potrebbero interessarti anche questi altri articoli:

Ritratto di Virginia Pacheco
Virginia Pacheco

Scrittrice per blog e community manager interessata alla multiculturalità e alla diversità linguistica. Originaria del Venezuela, ha viaggiato e vissuto a lungo in Francia, Germania, Camerun e Spagna, unendo alla sua passione per la scrittura la sua esperienza interculturale.

1
Pubblicato il 11/06/2021

L'efficienza nell'uso delle risorse è senza dubbio una delle chiavi per il successo e la sopravvivenza di ogni azienda.

La traduzione di manuali e IFU può rappresentare una spesa significativa nel caso di produttori di attrezzature e dispositivi medici. Tuttavia, è possibile ridurre il costo della traduzione dei manuali.

Le seguenti strategie non funzionano in tutti i possibili scenari. In generale, queste strategie saranno tanto più efficaci quanto maggiore è il numero di lingue in cui la tua azienda traduce.

[TOC]

1. Redazione o revisione linguistica

Redazione o revisione linguistica

I preventivi di traduzione si basano sul numero di parole da tradurre. Quindi, meno parole devi tradurre, meno dovrai pagare per le traduzioni.

Questo significa che durante la redazione dei manuali o IFU hai l'opportunità di ridurre il costo della traduzione. Puoi ridurre il numero di parole utilizzando un linguaggio sintetico e blocchi di informazioni.

Esistono sul mercato diversi sistemi per la produzione di documentazione tecnica, come Adobe FrameMaker o MadCap Flare, che facilitano la redazione di manuali organizzando le informazioni in blocchi.

Nel caso in cui tu abbia già redatto i manuali o IFU senza aver considerato queste strategie, potrebbe essere conveniente effettuare una revisione del documento per ridurre il numero di parole prima di procedere alla traduzione. Questa strategia sarà molto più fattibile quanto maggiore è il numero di lingue da tradurre.

2. Un'immagine vale più di mille parole

Un'immagine vale più di mille parole

Un'altra strategia che può aiutarti a ridurre la quantità di testo della tua documentazione tecnica è l'uso di grafici. Si tratta di una tendenza che si può già osservare in molti manuali, soprattutto in quelli che includono istruzioni di montaggio.

Come già menzionato nella sezione precedente, la fattibilità di questa strategia sarà anche legata al numero di lingue in cui hai bisogno di tradurre i tuoi manuali o IFU.

3. Traduzione dall'inglese

Traduzione dall'inglese

Un'altra delle strategie che si possono seguire con l'obiettivo di ridurre il numero di parole è tradurre dall'inglese. L'inglese di solito esprime con meno parole le stesse idee dello spagnolo o dell’italiano.

L'ideale in questo caso sarà che tu rediga i tuoi manuali o IFU direttamente in inglese. Inoltre, ci sono altre ragioni per cui può essere più conveniente creare la propria documentazione in inglese: 3 motivi per tradurre dall'inglese e 2 per non farlo

4. Analizzare la fattibilità del post-editing

Analizzare la fattibilità del post-editing

Il post-editing è la revisione da parte di traduttori professionisti della traduzione automatica. A seconda del tipo di contenuti dei nostri manuali, è possibile che la qualità ottenuta dalla traduzione automatica sia abbastanza buona da rendere fattibile questo approccio.

Poiché il post-editing implica un aumento della produttività dei traduttori, il suo prezzo per parola sarà inferiore rispetto alla traduzione.

Nel caso in cui i tuoi manuali o IFU siano altamente tecnici e di prodotti poco comuni, difficilmente potrai utilizzare un sistema di traduzione automatica come Google Translator.

In questi casi, per ottenere traduzioni automatiche di qualità che potranno essere post-editate, avrai bisogno di creare motori di traduzione automatica personalizzati per i contenuti della tua azienda. 

Una delle strategie seguite da aziende come Microsoft o Symantec per poter aumentare la qualità della traduzione automatica è scrivere in modo tale che al sistema di traduzione automatica risulti facile tradurre. Si può fare scrivendo frasi corte ed evitando il linguaggio creativo o metaforico.

5. Coerenza del formato e delle frasi

Coerenza del formato e delle frasi

Da più di due decenni, in molte agenzie di traduzione offriamo ai nostri clienti sconti in base alle traduzioni realizzate in precedenza.

Nella nostra agenzia di traduzione AbroadLink Translations, ad esempio, ogni volta che facciamo un preventivo di traduzione facciamo un'analisi utilizzando il database di traduzioni che abbiamo per ogni cliente.

Questo modo di lavorare è il più diffuso attualmente tra i fornitori di servizi di traduzione.

Il fatto di mantenere sempre la stessa frase per un messaggio ridurrà i costi di traduzione, poiché il tuo fornitore di traduzione avrà già la stessa frase tradotta e ti offrirà quindi uno sconto.

Inoltre, anche mantenere lo stesso formato rende il processo più efficiente. Una stessa frase tradotta in InDesign o in MS Word potrebbe non essere identificata come identica se, per esempio, è in grassetto.

Questo è dovuto al fatto che queste informazioni di formato saranno percepite dai programmi che creano i database di traduzione (noti nel gergo dell'industria della traduzione come memorie di traduzione), come differenze da tenere in considerazione. Non ti verrà quindi offerto lo stesso sconto.

Attualmente esistono molti strumenti per la redazione e creazione di manuali e IFU multilingue che ti aiuteranno a riutilizzare il testo già redatto e mantenere la massima coerenza del formato, facilitando il riutilizzo delle traduzioni da parte del fornitore della traduzione.

Questi sistemi possono anche aiutarti a identificare internamente quali testi sono già stati tradotti, facendo sì che la gestione dei tuoi contenuti multilingue avvenga direttamente in azienda. Adobe FrameMaker offre questo tipo di funzionalità. Altri sistemi sono più accessibili nel caso di PMI per la gestione della documentazione Single Feeder.

Ritratto di Josh Gambin
Josh Gambin

Josh Gambín Asensio è laureato in Scienze biologiche presso l'Università di Valencia e in Traduzione e Interpretazione presso l'Università di Granada. Ha lavorato come project manager, impaginatore e traduttore freelance e in-house. Dal 2002 è socio fondatore di AbroadLink e attualmente ricopre la carica di Direttore Vendite e Marketing.

linkedin logo
1
Pubblicato il 13/10/2020

Non esiste un solo tipo di servizio di traduzione professionale a Madrid per tradurre i tuoi documenti. Ogni agenzia di traduzione ti offrirà servizi diversi con una qualità e delle caratteristiche distinte.

[TOC]

In questo articolo vogliamo spiegarti quali sono le caratteristiche e le qualità che deve avere un buon servizio di traduzione professionale, per aiutarti a fare la scelta migliore per il tuo prossimo progetto.

Servizio di traduzione professionale di documenti: agenzia generalista o agenzia specializzata?

Servizio di traduzione professionale di documenti

Alcune aziende di traduzione si specializzano in uno o due settori di attività (traduzione giuridica, commerciale, ecc.). Mentre altre aziende, le generaliste, offrono i loro servizi in aree diverse. In realtà, un’agenzia di traduzione generalista non è migliore di una specializzata, o viceversa.

Ciò che conta davvero è la qualità dei traduttori professionisti che lavorano per quelle agenzie. Un’agenzia generalista che seleziona con cura i suoi traduttori potrà offrirti traduzioni di qualità indipendentemente dall’ambito di specializzazione.

Per la traduzione di un documento medico, ad esempio, conviene scegliere un’agenzia che offra un servizio di traduzione professionale di documenti medici. L’agenzia deve essere in grado di affidare il tuo documento a un traduttore medico con esperienza. Un traduttore specializzato nell’ambito specifico a cui si riferisce il contenuto (attrezzature mediche, prodotti farmaceutici, ricerca, ecc.)

Come scegliere la migliore agenzia di traduzione: altri criteri da considerare

Servizio di traduzione professionale - criteri da considerare

Hai bisogno di tradurre un documento e cerchi la migliore agenzia di traduzione? Ecco altri criteri da considerare durante la scelta.

La qualità del servizio di traduzione professionale

Oltre al contenuto della proposta stessa, è importante che il servizio di traduzione a cui ti rivolgi sia flessibile e reattivo. La proposta di servizi linguistici non deve solo soddisfare le tue esigenze prima che inizi il progetto e inizi la vostra collaborazione.

Ma deve essere in grado di adattarsi facilmente ad altre esigenze che possono sorgere nel corso del progetto, nel caso fosse necessario. La tua agenzia di traduzione deve essere in grado di reagire e sapersi adattare a questo tipo di situazioni, così come alla possibile evoluzione futura della tua azienda o alla natura dei tuoi progetti.

Le garanzie che offrono i servizi di traduzione

Dai preferenza ad aziende che possano garantirti la qualità del loro servizio di traduzione professionale. Ciò include le certificazioni dei servizi che offrono.

La certificazione ISO 17100, ad esempio, è specifica per la prestazione di servizi di traduzione. Garantisce che i servizi proposti dall’azienda che hai scelto rispettino dei rigorosi criteri di qualità.

In concreto, questa norma richiede che il servizio di traduzione abbia una prima fase di traduzione e una seconda fase di revisione, realizzate ciascuna da un traduttore diverso. La norma ISO 9001 è, invece, specifica per la gestione della qualità di ogni tipo di prestazione di servizi o di fabbricazione di prodotti. È anche una buona garanzia di qualità professionale per un’agenzia di traduzione.

Tariffe di traduzione

L’ultimo criterio da considerare è, ovviamente, il prezzo del servizio di traduzione professionale proposto. Assicurati che i prezzi siano in linea con i prezzi di mercato. Per poter determinare un prezzo di mercato accettabile, è consigliabile chiedere preventivi a diverse aziende. Tuttavia, devi tenere presente che il prezzo varierà da un’agenzia all’altra, ma anche in base alle caratteristiche del tuo progetto (lingua, volume di lavoro, ecc.)
AbroadLink è un’agenzia di traduzione con sede a Madrid che ti offre traduttori professionali nativi e specializzati in vari settori (industriale, medico, finanziario, giuridico, commerciale, digitale, ecc.)

Lavoriamo con traduttori nativi professionisti riconosciuti ed esperti in ciascuno di questi settori. Non esitare a contattarci per ottenere maggiori informazioni e ricevere un preventivo personalizzato.

Ritratto di Virginia Pacheco
Virginia Pacheco

Scrittrice per blog e community manager interessata alla multiculturalità e alla diversità linguistica. Originaria del Venezuela, ha viaggiato e vissuto a lungo in Francia, Germania, Camerun e Spagna, unendo alla sua passione per la scrittura la sua esperienza interculturale.

1
Pubblicato il 06/10/2020

La traduzione dei contenuti è una fase necessaria per garantire una maggiore visibilità e accessibilità dei tuoi prodotti e servizi nei mercati internazionali. Anche nel caso in cui ti rivolga a una comunità straniera presente in Italia. Nonostante il diverso numero di opzioni a disposizione per farlo, lavorare con un’agenzia di traduzione come la nostra è diverso. Quindi, perché le aziende si affidano alle agenzie di traduzione? In questo articolo troverai le risposte.

[TOC]

Traduzione per aziende: la riservatezza è essenziale

Non ti sorprende che io ti dica che la riservatezza dei dati di un’azienda è qualcosa di estremamente importante. Diffondere delle informazioni può influire negativamente sull’azienda e ridurne la competitività.

La riservatezza è spesso un tema che preoccupa, soprattutto quando si lavora con un traduttore autonomo. Nonostante i contratti degli autonomi includano una clausola di riservatezza, il dubbio che venga rispettata o meno è sempre dietro l’angolo. Lavorare con un’agenzia di traduzione, invece, è un’opzione più rassicurante. Le aziende sono organizzazioni legali più controllate e trasparenti grazie ai registri commerciali.

Scegliere un’azienda di traduzione per una qualità ottimale

Cerchi qualità per le tue traduzioni? Sei più attratto dai preventivi dei traduttori autonomi per il loro costo inferiore? È importante che tu tenga conto dei vari rischi, dei vantaggi e degli svantaggi che implica assumere un traduttore autonomo piuttosto che un’agenzia di traduzione. In generale, un’agenzia di traduzione professionale è supportata da un lavoro di squadra e da un processo di lavoro sistematico che offre più garanzie di qualità. Se, ad esempio, hai bisogno che le traduzioni della tua azienda rispettino la norma ISO 17100, dovrai rivolgerti a un’agenzia di traduzione che abbia tale certificazione, specifica dei servizi di traduzione. A proposito, ti consiglio il nostro blog “Ho bisogno di una traduzione: contatto un’azienda di traduzione o un traduttore autonomo?”, dove facciamo un’analisi dettagliata dei vantaggi di ciascuna delle opzioni. In sintesi, se cerchi garanzie di qualità e hai bisogno di un lavoro di squadra, scegli un’agenzia di traduzione. Assicurati sempre che abbiano anni di esperienza, di solito è il criterio che non sbaglia mai.

Se ti rivolgi a un’agenzia di traduzione con anni di esperienza nel mercato, la tua azienda beneficerà di un servizio di traduzione fornito da veri team di professionisti impegnati e consapevoli.

Tariffe di traduzione più omogenee

Poiché non seguono gli stessi controlli di qualità, il lavoro di un traduttore autonomo, a volte, può sempre esser migliorato. Tuttavia, spesso, è vero che le tariffe offerte dai traduttori autonomi sono meno elevate, anche se non sempre. Infatti, possiamo trovare tariffe di traduttori autonomi che sono più elevate di quelle delle agenzie di traduzione. Com’è possibile? In generale, le agenzie di traduzione offrono dei prezzi in linea con il mercato e regolano i loro margini al massimo per rimanere competitive sul mercato e continuare a crescere.

Il caso dei traduttori autonomi è diverso. Un traduttore autonomo può decidere di accettare nuovi clienti solo se gli pagano una tariffa elevata una volta raggiunta la sua massima capacità di lavoro. In sintesi, possiamo aspettarci tariffe di traduzione più omogenee dalle agenzie di traduzione che dai traduttori autonomi. In ogni caso, la cosa migliore che puoi fare sempre è chiedere più preventivi diversi. In generale, scoprirai che le agenzie offrono servizi perfettamente organizzati in base al tipo di traduzione di cui la tua azienda ha bisogno, rispettando in ogni momento il budget iniziale.

Evitare ritardi nelle consegne dei progetti

Un altro dei vantaggi che hanno le aziende che lavorano con agenzie di traduzione è che hanno più garanzie rispetto ai termini di consegna stabiliti nel preventivo.

A differenza delle agenzie di traduzione, i traduttori autonomi lavorano da soli. Ciò significa che non solo devono occuparsi delle traduzioni, ma anche della gestione della contabilità, di quella amministrativa, e così via, cosa che può influire negativamente sui termini di consegna stabiliti con i loro clienti. Lavorando con un traduttore autonomo, è più alto il rischio di ritardi nella consegna del tuo progetto.

Inoltre, le aziende di traduzione hanno più capacità di reagire di fronte a cause di forza maggiore, come: le condizioni di salute del del traduttore assegnato, la perdita della connessione a Internet, incidenti che portano al ricovero ospedaliero delle persone che lavorano nel progetto, ecc.
Da professionista, penserai giustamente che ricevere la traduzione nel limiti delle scadenze prestabilite sia una conditio sine qua non. E hai ragione. Ma non ti preoccupare, le agenzie di traduzione si distinguono perché ti garantiscono una consegna entro i limiti.

 

 

Ritratto di Virginia Pacheco
Virginia Pacheco

Scrittrice per blog e community manager interessata alla multiculturalità e alla diversità linguistica. Originaria del Venezuela, ha viaggiato e vissuto a lungo in Francia, Germania, Camerun e Spagna, unendo alla sua passione per la scrittura la sua esperienza interculturale.

1
Pubblicato il 27/08/2018

Perché avere un metodo di organizzazione?

Lavorare in proprio significa occuparsi di tutti i compiti legati alla propria attività: gestire i progetti, contattare i clienti, cercarne di nuovi, tenere la contabilità, ecc. Senza dimenticare la propria vita personale!

Avere un senso innato per l'organizzazione non è sempre sufficiente. Dimenticanze, la sensazione frequente di essere saturi o di lavorare costantemente e con urgenza sono solo alcuni dei vari sintomi di una cattiva organizzazione.

[TOC]

Il metodo Getting Things Done: un rimedio contro lo stress

Il metodo Getting Things Done (GTD) è un metodo di gestione del tempo sviluppato da David Allen. Il suo scopo è quello di aiutarti a:

  • eliminare l’ansia e la sensazione di saturazione;
  • eliminare l’impressione di trovarsi di fronte ad un muro invalicabile quando un compito è particolarmente complesso, scomponendolo in “mattoncini” più facili da eseguire;
  • valutare nuovamente e concentrarsi sui propri obiettivi in ogni circostanza;
  • mantenere un atteggiamento positivo nei confronti dei compiti non svolti.

Allen propone una soluzione semplice: includere in un sistema affidabile l’insieme di informazioni, idee e progetti da fare e che ci preoccupano. In questo modo, è come avere una specie di “memoria esterna”: lo spirito è libero e disposto a concentrarsi sull’essenziale, ovvero svolgere compiti e perseguire obiettivi.

Questo sistema consiste semplicemente in un elenco di compiti e progetti, ovvero un dossier in cui inserire tutti i vostri documenti di riferimento, cioè tutti i documenti che non sono immediatamente utili per un’azione specifica, ma di cui potremmo aver bisogno in seguito, e un’agenda. Puoi scegliere di avere la tua lista su un foglio o in un software (in questo articolo menzioniamo diverse applicazioni).

Sembra facile, vero? In realtà, non è così semplice. 

Un metodo in 5 fasi

Il metodo GTD consiste in 5 diverse fasi, che riassumerò brevemente.

Un metodo in 5 fasi

 

1. Raccolta

La prima fase consiste nello “svuotare la testa”, cioè annotare tutto quello che hai in mente: compiti da svolgere, idee generali, progetti in sospeso, ecc... Non stupirti se nella lista compaiono centinaia di compiti... Inoltre, dovrai riordinare tutti gli oggetti e i documenti che non sono al loro posto; per esempio, tutte le scartoffie ammucchiate nel tuo ufficio o il contenuto di un fascicolo “in sospeso”.

Bisogna poi elaborare un sistema di classificazione dei documenti di riferimento: è possibile, ad esempio, scegliere di sistemare i file in ordine alfabetico o per argomento, a seconda delle proprie preferenze.

L’elaborazione


La fase successiva è prendere il primo documento della pila e procedere in questo modo:

  • se si tratta di un documento di riferimento, come un estratto conto bancario da conservare, archivialo;
  • se l’azione individuata dura meno di 2 minuti, falla immediatamente, tipo confermare la ricezione di un’e-mail;
  • se l’azione dura più di 2 minuti, scrivila nella lista delle cose da fare o nella tua agenda, se, per esempio, si tratta di un appuntamento o di un’azione che ha degli orari fissi (chiamare un cliente tra le 9 e le 10 del giorno dopo, ovvero l’unico momento in cui è disponibile);
  • se si tratta di un progetto, cioè di un risultato che si ottiene attraverso diverse azioni, devi pianificarlo.

3. L’organizzazione

Esempio: ho scritto su un foglio “Comprare un nuovo computer”. Lo metterò nella mia lista delle cose da fare in questo modo:

  • Acquistare un nuovo computer [il mio progetto, cioè il risultato da raggiungere]. 
    • definire il budget [la mia prossima azione];
    • confrontare più computer;
    • recarsi al negozio per acquistarlo.

È importante verbalizzare in maniera chiara il risultato che si desidera raggiungere: a quanto pare un bel verbo all’infinito incita a eseguire l’azione. Ma è importante anche scrivere la prossima azione (next action) da eseguire, che mi avvicinerà al mio scopo (in questo caso, “decidere il budget”). Una volta fatto questo primo compito, la prossima azione sarà “confrontare più computer”. Decomporre in parti diverse, in “mattoncini”, un progetto che a prima vista sembra insormontabile (tra l’altro perché non si sa da dove cominciare) elimina quella sensazione di blocco. Perché, come è noto, la cosa più complicata è cominciare...

Dovrai applicare questo principio di raccolta alla tua vita quotidiana, “metti in sequenza” tutti i documenti, idee o azioni da svolgere e prendili in mano uno per uno, come ti abbiamo appena spiegato.

4. Aggiornare 

Ogni settimana, ad esempio il venerdì pomeriggio, per concludere bene la settimana, dai un’occhiata alla tua lista di compiti e progetti e alla tua agenda. L’obiettivo è quello di contrassegnare i compiti eseguiti, definire le azioni successive, cancellare progetti obsoleti, ecc. In breve, mantieni la tua lista aggiornata. Questa attività, anche se può essere noiosa, è un passo fondamentale. Secondo David Allen, il metodo può dare risultati positivi solo se siamo convinti di poter fare pieno affidamento su di esso.

5. L’azione

Una volta che i compiti sono stati organizzati, devono essere eseguiti... Sceglieremo cosa fare in un determinato momento grazie a quattro criteri: il contesto in cui ci troviamo (in ufficio, in viaggio, a casa, per telefono, ecc.), il tempo e le energie disponibili, nonché la priorità del compito.

Alcuni inconvenienti

Una delle principali critiche che si possono fare al metodo GTD è che ci vuole più tempo per organizzare i compiti che per eseguirli. Soprattutto nel momento in cui si mette in atto il sistema. David Allen consiglia di riservarsi qualche giorno per raccogliere e organizzare tutti i documenti.

Successivamente, è necessario dedicare del tempo alla raccolta giornaliera e agli aggiornamenti settimanali, che sono essenziali per fare in modo che il sistema sia affidabile. Richiede disciplina, anche se a volte è difficile da mantenere a lungo termine.

Ma, in generale, otterrai più vantaggi che svantaggi, sempre se sei flessibile e non ti lasci dominare da questo sistema.

Alcuni inconvenienti

Ridurre lo stress: Allen ha la soluzione!

Per quanto mi riguarda, David Allen aveva ragione: dopo i primi mesi, dopo i primi mesi, lo stress legato al lavoro è veramente diminuito. Oggi, dopo quattro anni di pratica, non mi sento mai sopraffatta. Sovraccarica di lavoro sì, ma non affondo nel flusso continuo di informazioni e di nuovi compiti da svolgere.

  • La mente si libera, perché si fida completamente del sistema.
  • Abbiamo un vero senso del controllo. Pianificando ogni azione e anticipando, si prendono decisioni su ciò che si fa (e soprattutto su ciò che non si fa subito!). Nel senso, non sei sopraffatto dal sovraccarico di lavoro, ma lo controlli.
  • Questo metodo permette di approfittare dei periodi di minore attività. Se mi si presenta un pomeriggio libero (è raro, ma può accadere), scelgo molto rapidamente e senza tergiversare i miei compiti in sospeso dall’elenco degli obiettivi in corso, secondo i quattro criteri di decisione (contesto, tempo, energia, priorità).
  • L’ultimo vantaggio, ma non meno importante: l’affidabilità che guadagni ogni giorno si riflette immediatamente nella qualità dei servizi che offri ai tuoi clienti!

Gli strumenti per trionfare

Gli strumenti per trionfare

Nel paragrafo precedente ti abbiamo riassunto i principi fondamentali del metodo GTD. Passiamo ora alla pratica.

Ora ti descriverò come ho messo in pratica il metodo GTD. Di certo non voglio insinuare di aver trovato la soluzione con la ‘S’ maiuscola. L’articolo vuole solo dare un’idea di come questo metodo possa essere messo in pratica in condizioni reali, ma anche per invitarti a pensare ad una tua personale organizzazione. Non esitare a farmi sapere cosa ne pensi!

Il materiale

Per mettere in pratica il metodo GTD, ho utilizzato:

  • uno schedario a cassetti per archiviare i documenti di riferimento “fisici”,
  • un’agenda;
  • l’applicazione online Toodledo per la lista delle cose da fare;
  • l’applicazione Evernote per l’archiviazione dei documenti virtuali.

Il materiale

I documenti di riferimento: un archivio coerente

Ricordate: il fascicolo dei documenti di riferimento raccoglie tutti i documenti che non sono utili nell’immediato per un’azione specifica, ma di cui potremmo aver bisogno in qualsiasi momento, o che dobbiamo semplicemente conservare per motivi legali.

L’archivio cartaceo dei documenti di riferimento

Ciò che mi ha dato più problemi è stata l’organizzazione iniziale dell’archivio dei documenti di riferimento. È importante tenere presente che un documento può essere messo in un unico posto in modo da poterlo trovare il più velocemente possibile.

Utilizzo uno schedario per i documenti personali e un altro per tutto quello che riguarda il mio lavoro: contratti, contabilità, documenti relativi alla previdenza sociale e altri enti, ecc...

Ogni fascicolo corrisponde a un ente o a un tema e contiene a sua volta cartelle e sottocartelle. I documenti sono ordinati in ordine alfabetico.

Esempio:

  • Fascicolo Assicurazioni 
    • Cartella Azienda A 
      • Sottocartella Contratti
      • Sottocartella Corrispondenza, ecc.
    • Cartella Azienda B 
      • Sottocartella Contratti
      • Sottocartella Corrispondenza, ecc.
  • Fascicolo Banca 
    • Cartella Banca A 
      • Sottocartella Estratto conto
      • Sottocartella Corrispondenza
      • Sottocartella Contratti, ecc.
  •  Fascicolo Contabilità 
    • Cartella Fatture emesse 
      • Sottocartella Fatture in sospeso
      • Sottocartella Fatture pagate
  • Cartella documenti contabili

L'archivio dei documenti di riferimento cartaceo

Ti sembra eccessivo? In realtà, di solito, sono molto disorganizzata... Ma siamo realistici: non si può essere efficaci e disorganizzati quando si lavora da soli.

L’ideale è ordinare questa cartella una volta all’anno, buttando via ciò che non è più necessario e archiviando il più possibile.

Se si dispone di documenti molto specifici (contratti con i clienti, ecc.), sarebbe meglio riordinarli in un mobile a parte.

Il metodo GTD... Il miglior modo per diventare maniacali! 

L’archivio dei documenti di riferimento virtuali

Nell’era digitale, la maggior parte dei documenti di riferimento sono in formato elettronico.

Il software Evernote è una soluzione interessante, che presenta diversi vantaggi:

  • è gratuito e completo;
  • si presenta in maniera gradevole sotto forma di taccuini;
  • puoi sincronizzarti da diversi computer o dispositivi mobili;
  • ha funzioni di ricerca molto efficienti, sia nel testo che attraverso i tag;
  • ha la possibilità di aggiungere file, ad esempio PDF, alle note.

A mio avviso,I i suo punto debole è l’estrema semplicità della configurazione delle note.

L'archivio dei documenti di riferimento virtuali.

 

Il mio taccuino dei documenti di riferimento è organizzato in diverse cartelle tematiche:

  • Contabilità e obblighi legali
  • Mercato della traduzione
  • Strumenti di lavoro, ecc.

È qui che conservo tutte le informazioni che potrebbero tornarmi utili un giorno: informazioni trovate su Internet o lette su liste di discussione e forum, ecc.

Riunendo sistematicamente le informazioni in un unico posto, si cerca di evitare il famoso «L’ho letto da qualche parte» e di costruire una base di conoscenze molto preziosa.

Ho organizzato una struttura ad albero identica a quella dell’hard disk del mio computer per tutti i documenti che non voglio aggiungere a Evernote per motivi di riservatezza. Non deve essere la soluzione migliore, ma al momento ne sono soddisfatta.

L’elenco delle cose da fare di Toodledo

Utilizzo la versione a pagamento di Toodledo, un’applicazione web che si caratterizza per il suo nome divertente e per un’interfaccia un po’ bruttina, ma soprattutto per la sua impostazione GTD-oriented.

Ovviamente, puoi utilizzare anche un semplice quaderno per la tua lista, ma un file Word o Excel (o OpenOffice, o altro) credo sia il minimo (aspetta quando avrai centinaia di compiti sulla tua lista...)

Quando è il momento di scegliere lo strumento migliore per la vostra lista delle cose da fare, fatevi le domande giuste:

  • Devo accedere alla lista dal computer o dal cellulare? (applicazione locale, mobile)
  • Dovrò importare o esportare i compiti? (formati proposti)
  • Qual è il grado di riservatezza? (cloud o no)
  • Quanto devono essere dettagliate le descrizioni dei compiti? (solo il titolo del compito o attributi, come contesto, priorità, ecc.)

L’elenco delle cose da fare di Toodledo

Toodledo propone dei campi corrispondenti alle diverse raccomandazioni del metodo GTD:

contesto: ufficio, telefono, viaggi, ecc.;

obiettivo: obiettivi a breve e lungo termine; un obiettivo a breve termine può contribuire al raggiungimento di un obiettivo a lungo termine;

scadenza: termine di consegna del compito;

ripetizione: per compiti ricorrenti;

durata: tempo stimato necessario da dedicare ad un compito;

priorità: 3 livelli di priorità positivi + 1 livello negativo;

stato: azione successiva, compito delegato, ecc.;

L’elenco delle cose da fare di Toodledo

La funzione Repeat è particolarmente interessante, perché permette di stabilire che un’attività è ricorrente in qualsiasi momento (ogni giorno, ogni lunedì, ogni giorno lavorativo, ecc.).

Un'altra funzione molto buona è Scheduler. Devi scrivere il tempo che hai a disposizione e il contesto in cui ti trovi e l’applicazione ti fornisce una lista di attività che puoi eseguire nel tempo indicato, a seconda della priorità e della scadenza.

Inserisco in Toodledo tutti i miei compiti personali e professionali (uso il contesto per differenziarli), tranne per quanto riguarda la pianificazione dei miei progetti di traduzione (numero di parole da tradurre al giorno, ecc.) semplicemente perché questo sistema non è abbastanza flessibile dato che il mio orario cambia più volte al giorno in base all’arrivo delle varie richieste. Posso anche tenere traccia dei compiti in sospeso o delegati grazie a Status (Delegato, In Attesa).

Se siete interessati a questo strumento, il forum di Toodledo è pieno di consigli e trucchi su come mettere in pratica il metodo GTD.

L’agenda

L’agenda

David Allen raccomanda di utilizzare l’agenda solo per i compiti da svolgere in una data e ora precise (appuntamenti, ecc.).

Io uso l’agenda in un modo diverso: mi permette di pianificare i miei appuntamenti e i miei progetti di traduzione allo stesso tempo (cioè il numero di parole che devo tradurre, o rivedere, quel giorno in quella precisa fascia oraria). Come ho detto prima, i progetti di traduzione non li aggiungo alla mia lista delle cose da fare.

Strumenti da provare

Ci sono molti strumenti orientati al metodo GTD. Non li ho provati tutti, ma ho qui una piccola selezione di strumenti gratuiti che sembrano interessanti:

  • todo.txt: elenco dei compiti in sospeso in formato .txt, quindi universale;
  • Remember The Milk: applicazione per la gestione delle attività online;
  • Wunderlist: applicazione per quasi tutti i dispositivi.

Un giorno con GDT

Ora che conosciamo i principi di base del metodo Getting Things Done e gli strumenti utilizzati, vediamo come sarebbe una giornata tipo.

Per tutto il giorno

Nel corso della giornata, raccogli informazioni da diverse fonti: posta, e-mail, comunicazioni telefoniche, nuove idee...

  • Fai una pila con tutti i documenti cartacei (posta, fogli sparsi in cui hai scritto idee, etc.);
  • se possibile, scarica tutti i file (glossari via Internet, software, ecc.) in un’unica cartella sul tuo computer;
  • lascia tutte le e-mail nella casella di posta elettronica, tranne quelle che non vuoi conservare. È meglio cancellarle immediatamente. Vi consiglio di non utilizzare filtri per classificare automaticamente i messaggi in alcune cartelle (a parte le mailing list), così da non correre il rischio di perderne qualcuna per strada.

Per tutto il giorno

Ogni pomeriggio

Elaborazione

Alla fine della giornata lavorativa, occupati delle diverse “cassette postali”: contenitori di documenti, e-mail, file scaricati.

  • Prendi il primo documento dalla pila e analizzalo, continua così fino a quando non ce ne sono più. Non lasciare assolutamente nulla sulla scrivania. 
    • Segnati i compiti necessari nella tua lista delle cose da fare, archivia i documenti di riferimento e pianifica i progetti (vedi prima parte). Scrivi tutto, anche i compiti più banali;
  • fai così anche per i documenti scaricati;
  • svuota anche la casella di posta nello stesso modo.

Esempi concreti

Ecco alcuni esempi concreti tratti dalla mia esperienza personale:

E-mail di richiesta con i file da tradurre

  • Creo il progetto nel mio software di gestione, preparo i file e ordino la conversazione in una cartella del mio software di posta elettronica (un file per progetto).

Richiesta di preventivo a cui è stata data risposta nel corso della giornata

  • Sto aspettando la conferma del cliente.
  • La conversazione è in un file “In sospeso” (dai un’occhiata di tanto in tanto per ricontattare coloro che non hanno risposto).

Contributo a una mailing list con informazioni interessanti

  • Scrivo le informazioni nel mio taccuino di Evernote e cancello il messaggio.

E-mail di un cliente che chiede documenti

  • Non posso rispondere subito perché devo chiedere il documento a un ente.
  • Pianifico il progetto sulla mia lista delle cose da fare: 
  1. Richiedi il documento all’ente X
  2. In sospeso: documento X
  3. Inviare il documento X al cliente Y
  • Ho messo la conversazione nella cartella cliente corrispondente nella mia casella di posta elettronica (una cartella per cliente). In questo modo so dove trovare le e-mail quando devo rispondere.


L’e-mail ha bisogno di una risposta rapida (sarò in grado di rispondere la mattina seguente, per esempio).

  • Non lascio l’email nella casella di posta: scrivo un compito “Rispondi a X riguardo a Z” nella mia lista di compiti per il giorno successivo e archivio l’email nell’apposita cartella.

 

Alla fine della giornata, la cassetta delle lettere, la cassetta dei documenti e il tuo ufficio devono essere vuoti.

Sì, sì, insisto: la tua casella di posta elettronica deve essere vuota quando spegni il computer al pomeriggio.

Una cassetta postale, come dice il nome stesso, non è un raccoglitore di documenti. Non lasci che la tua cassetta delle lettere si riempia di posta, no?

Se applichi questo principio, ti avvicinerai a quella che è la pace interiore molto rapidamente. Da un lato, avrai davvero la sensazione di aver concluso la giornata, dall’altro la soddisfazione di aprire la casella di posta e vederla vuota (o solo con i nuovi messaggi) ogni mattina.

Programma del giorno successivo

Naturalmente, la definizione di un programma per il giorno successivo ogni giorno non fa parte delle raccomandazioni del GTD. Ma una piccola deviazione ogni tanto non nuoce, purché conveniente.

Programma del giorno successivo

Ogni pomeriggio scrivo su un quaderno tutto quello che devo fare il giorno dopo: progetti di traduzione (numero di parole da tradurre/revisione), citazioni e anche tutti i compiti personali. È inutile separare completamente la vita professionale da quella personale perché, durante la giornata, i compiti personali e professionali si alternano, soprattutto se si lavora da casa. Chi non ha mai fatto una lavatrice durante l’orario di lavoro alzi la mano.

Dopo aver valutato il tempo da dedicare a tutti i compiti prioritari, scelgo le azioni dalla mia lista delle cose da fare: i prossimi compiti dei miei progetti in corso in base agli obiettivi. La questione degli obiettivi sarà trattata nella prossima parte.

La difficoltà sta nel sapere come calcolare quanto tempo è necessario per ogni compito e, se possibile, senza tanti imprevisti... Se gli imprevisti ti preoccupano, prenditi un’ora “libera” per gestirli.

Una volta alla settimana

Ogni venerdì pomeriggio (o il giorno che corrisponde al tuo fine settimana) dovresti dedicare del tempo per dare un’occhiata alla tua lista delle cose da fare:

  • contrassegna i compiti svolti;
  • elimina le attività che non sono più pertinenti;
  • aggiungi i nuovi compiti e i nuovi progetti che ti vengono in mente (mindsweep);
  • modifica la priorità di alcuni compiti, ecc.

Se hai definito alcuni obiettivi a breve, medio e lungo termine, potresti anche controllarne i progressi.

Questo aggiornamento settimanale permette di mantenere un sistema completo e affidabile. Finché non ti fidi al 100% del sistema, non puoi sfruttare appieno tutti i vantaggi del metodo.

Ogni mese

Esegui una revisione mensile più approfondita dei tuoi obiettivi e dei progetti in corso: analizzai progressi e correggi di conseguenza l’elenco delle cose da fare.

Conclusione

Vi sono due difficoltà principali:

  • trovare il tempo necessario per organizzare e pianificare le attività. Per quanto mi riguarda, impiego tra i 15 e i 30 minuti ogni pomeriggio per gestire le diverse caselle di posta elettronica e un’ora alla settimana per l’aggiornamento;
  • essere metodici a lungo termine. Se ti rendi conto che non riesci a fare l’aggiornamento settimanale in modo rigoroso (ad esempio, se parti spesso il venerdì per il fine settimana o se hai sempre consegne quel giorno), cerca di trovare una fascia oraria più tranquilla in un altro giorno della settimana.

Gli obiettivi

Gli obiettivi

Per comprendere bene perché è importante fissarsi degli obiettivi, torniamo per un momento alla teoria di David Allen, e mettiamo un attimo da parte l’aspetto pratico. Ripeto: la mia soluzione non è quella perfetta, cerco solo di dare spunti di riflessione.

I 6 livelli di prospettiva

David Allen si concede una piccola metafora aeronautica per distinguere 6 livelli di prospettiva (o 6 “altezze”).

  • 50 000 piedi - La vita
  • 40 000 piedi - Visione da 3 a 5 anni
  • 30 000 piedi - Obiettivi da 1 o 2 anni
  • 20 000 piedi - Ambiti di responsabilità
  • 10 000 piedi - Progetti in corso
  • Pista – Azioni in corso

Guadagnare quota ti permette di definire meglio le tue priorità, avendo una visione globale delle attività, ma anche della tua esistenza in generale.

50 000 piedi - La vita

Si tratta of course di quello che vuoi fare con la tua vita.

Domande da farsi: Qual è lo scopo della mia esistenza? Cosa voglio fare della mia vita? Cosa voglio realizzare e diventare? Diventare ricco? Essere felice? Dedicare la mia vita agli altri? Fare il giro del mondo?


40 000 piedi - Visione da 3 a 5 anni

Si tratta di obiettivi (relativamente) a lungo termine (il numero di anni può variare a seconda della tua situazione), che ti aiuteranno a raggiungere gli obiettivi “vitali” che ti sei prefissato a breve termine.

Domande da farsi: Come sarà la mia situazione professionale fra 5 anni? Avrò lo stesso lavoro tra 5 anni? Quanto grande sarà la mia azienda?

E la mia vita privata? Sposato con 1 o 3 figli e una casa in campagna? Circondato da un esercito di conigli nani?

30 000 piedi - Obiettivi a 1 o 2 anni

Si tratta di obiettivi da raggiungere a breve termine, quindi più concreti, che contribuiscono sia al raggiungimento di quelli a lungo termine, sia alla selezione delle azioni immediate.

Domande da farsi: Per raggiungere i miei obiettivi in cinque anni, quali misure concrete posso attuare nei prossimi due anni?

20 000 piedi - Ambiti di responsabilità

Si tratta delle tue responsabilità professionali (amministrazione, contabilità, ecc.) e personali (famiglia, salute, hobby, ecc.). Questi ambiti determinano i compiti che dovrai svolgere. Fare un elenco preciso e completo delle tue responsabilità ti consentirà di ottenere una visione più ampia.

10 000 piedi - Progetti in corso

Sono i progetti, o risultati da raggiungere, a breve termine: acquistare un nuovo computer, partecipare a corsi di formazione, piantare cavolfiori, ecc.

Pista – Azioni in corso

Ovvero tutti i compiti che dovrai svolgere giorno per giorno.

I 6 livelli di prospettiva

Bello... Ma concretamente?

Puoi cominciare a definire le tue aspirazioni a lungo termine per poi definire quelle a breve termine (dall’alto verso il basso), o iniziare con i progetti in corso per ampliare le tue prospettive a lungo termine (dal basso verso l’alto).

Gli approcci “dall’alto verso il basso” e “dal basso verso l’alto”

Con l’approccio discendente, iniziamo a determinare le aspirazioni vitali per poi determinare come realizzarle, e poi i progetti a medio e breve termine, per arrivare infine alle attività quotidiane.

Per quanto riguarda l’approccio ascendente, ti permette di controllare bene le tue attività e di capire se ti portano effettivamente dove vuoi.

Secondo me, entrambi gli approcci sono validi e pure compatibili. Ciò che sceglierai dipende dalla fase della vita in cui ti trovi: se sei all’inizio o a un certo punto della tua carriera, potrebbe essere più importante raggiungere un obiettivo a lungo termine e poi capire cosa fare nel breve termine.

Al contrario, se hai già un lungo percorso alle spalle e un’idea precisa del percorso da seguire, il secondo approccio ti permetterà di organizzare il tuo lavoro quotidiano e assicurarti che sia allineato alla tua visione a lungo termine.

In ogni caso, hai sempre l’opportunità di rivedere i tuoi obiettivi. Da diverse altezze, sarai in grado di esaminare i tuoi obiettivi a tutti i livelli, mantenendo una visione globale del tuo percorso e dei tuoi ideali.

Definisci i tuoi obiettivi

Se scegli l’approccio dall’alto al basso, ti lascio alcuni spunti di riflessione:

La domanda che fa venire il mal di testa

La domanda che fa male alla testa

Sarebbe meglio andare a letto, vero? 

 

Dedica del tempo proprio a quella domanda: «Cosa vuoi fare della tua vita?» Aggiungiamo anche, «Cos’è che non ti soddisfa ora?». A partire dalle tue risposte, avrai un’idea chiara degli obiettivi da raggiungere nei prossimi 5-10 anni e, anche se non raggiungerai i tuoi obiettivi principali, almeno sarai capace di avvicinarti.

Poi classificate questi obiettivi in base al livello di prospettiva, indicando quali partecipano alla visione a lungo termine della vostra esistenza.

Esempio

Mettiamo che la mia attuale condizione come lavoratore autonomo non mi piace, mi sento solo e abbandonato, vorrei lavorare in azienda, ma essere un dipendente non è la stessa cosa.

  • Obiettivo finale: diventare il capo di una PMI di 10 dipendenti
  • Obiettivo in 5 anni: aver assunto un impiegato
  • Obiettivo in 1-2 anni: aver fondato una PMI
  • Progetti in corso: ottenere informazioni presso la Camera di Commercio
  • Azioni in corso: chiamare la Camera di Commercio per chiedere un appuntamento
Obiettivi annuali

I tuoi obiettivi a lungo termine non dovrebbero cambiare ogni giorno. Tuttavia, è interessante fissarsi degli obiettivi specifici per l’anno in corso, tenendo sempre presente i propri ideali e la traiettoria che si vuole dare alla propria attività e alla propria vita personale.

Io faccio così alla fine dell’anno mi prefisso degli obiettivi per l’anno successivo. Questi obiettivi sono di tre tipi:

  • finanziari (fatturato da realizzare);
  • professionali (aggiornare il mio sito web, rinnovare il mio materiale, seguire corsi di formazione, ecc.);
  • personali (fare più sport, leggere tutto Nietzsche in tedesco, ecc.).

Obiettivi annuali

Ho fissato le scadenze nel corso dell’anno in base alle priorità, ma in modo realistico, per non scoraggiarmi. Non vale la pena decidere che tutti i tuoi obiettivi dovranno essere raggiunti nel primo trimestre, non ce la farai e la delusione di non averli raggiunti influirà sulla tua motivazione.

Cerco di ridistribuire gli obiettivi durante l’anno, così da dedicarmi ai principali obiettivi professionali, finanziari e personali allo stesso tempo. Ti aiuterà davvero a concentrarti e di far avanzare i tuoi progetti attuali.

A partire dagli obiettivi, creo i progetti della mia lista delle cose da fare.

Ogni mese, calcolo il progresso di ogni obiettivo, capisco se sono in ritardo o in anticipo e ridisegno la mia lista delle cose da fare di conseguenza.

Si possono aggiungere nuovi obiettivi durante l’anno, l’unica cosa è pianificarli bene in modo che non entrino in conflitto con quelli già esistenti. È tutta una questione di priorità!

I vantaggi

Se fissi i tuoi obiettivi professionali e personali a più o meno lungo termine, avrai una visione più ampia della tua esistenza e, dall’altra parte, avrai una conoscenza più intima delle ragioni e degli obiettivi delle tue attività quotidiane. Beh, adesso sai FINALMENTE perché ti alzi la mattina!

Rimani fedele ai tuoi ideali

Se fissi i tuoi obiettivi in base a ciò che ti definisce e ti motiva, non ti discosterai dai tuoi ideali molto facilmente.

Rimani motivato

Gli obiettivi ti permettono di sapere in ogni momento PERCHÉ stai facendo quello che fai: sarai perciò più motivato a fare compiti noiosi o poco gratificanti, se sai che fanno parte di una visione più ampia del tuo percorso individuale.

Infatti, sei sempre consapevoli dei motivi per cui abbandoni o ritardi in alcuni progetti (per motivi di priorità, ad esempio, o perché non ti portano dove vuoi andare). Addio sensi di colpa!

Rimanere motivati

Ho decine di e-mail da inviare e progetti da preparare... Non so da dove iniziare.

Respira, prendi un foglio di carta e fai una lista dei nuovi compiti che sono appena arrivati. Quindi, esegui prima l’azione che richiede meno tempo (ad esempio, confermare la ricezione di un’e-mail). Depenna l’azione e continua così anche per le altre azioni. Perchè alla fine lo sappiamo che la cosa più complicata è cominciare... Fare una prima azione, dare un impulso positivo e scrivere tutto su un foglio di carta ti permette di organizzare meglio i tuoi pensieri.

Dalla mia esperienza ho imparato che proprio nel momento in cui ci si sente sopraffatti che è fondamentale dedicare tempo a verbalizzare e a organizzare i propri pensieri e le proprie azioni.

Non lasciarti sopraffare. Sono sicura che non si è quasi mai del tutto sommersi. Molte volte rimaniamo bloccati in quella sensazione di urgenza permanente. Se si accetta il fatto che alcuni compiti sono meno urgenti di altri, che alcune e-mail possono aspettare, che le ore del giorno sono limitate, allora riuscirai a mantenere il controllo.

Ritratto di Blandine Proust
Blandine Proust

Traductora y redactora web independiente con clara orientación SEO, Blandine Proust propone sus servicios del inglés y del alemán hacia el francés. También es miembro de la Sociedad francesa de Traductores, de la Asociación de los traductores literarios de Francia y la BDÜ, la Federación alemana de intérpretes y traductores profesionales. Este post es una traducción de una serie de artículos publicados originalmente en francés y en inglés en su blog. Para más información sobre ella visitar su web.

1
Pubblicato il 21/08/2018

Circa una volta al mese, qualche avvocato mi scrive di punto in bianco per farmi una domandina relativa alla bozza di un contratto. Senza dubbio, la domandina che io (così come gli altri avvocati cinesi della mia azienda) ricevo più frequentemente è: «L’arbitrato di Hong Kong è adatto questo tipo di contratto?». Di solito rispondo a questa domanda dicendo che per valutare o meno con l’idea di scegliere l’arbitrato a Hong Kong, dovrei vedere l’intero contratto e avere maggiori informazioni. La metà delle volte, l’avvocato risponde chiedendo: «Quali informazioni le servono?». Poi rispondo dicendo che quando gli avvocati della mia azienda cercano di determinare il luogo (sede) e il metodo (arbitrato o contenzioso) migliore per un contratto internazionale, di solito consideriamo i seguenti parametri:

  1. le parti;
  2. dove si trovano le diverse parti;
  3. la legge applicabile;
  4. la lingua del contratto;
  5. gli obiettivi del cliente; i soldi? la protezione della proprietà intellettuale? altro?
  6. la probabilità che il cliente violi il contratto rispetto alla probabilità che l’altra parte violi il contratto;
  7. il tipo di contenzioso che può verificarsi;
  8. la lingua parlata dal cliente e dall’altra parte;
  9. il patrimonio delle parti;
  10. la necessità di conoscere le accuse della controparte in caso di contenzioso;
  11. la necessità di portare in giudizio terzi (ad esempio, testimoni o periti);
  12. la complessità o la semplicità di qualsiasi controversia;
  13. la cassazione;
  14. la riservatezza;
  15. la preoccupazione riguardo alla velocità di risoluzione del conflitto;
  16. l’applicazione delle risoluzioni.

Arbitrato a Hong Kong per contratti cinesi: sì o no?

[TOC]

I contratti non possono essere esaminati fuori dal loro contesto.

Ti faccio un esempio.

Tempo fa, un’importante azienda del settore industriale mi ha chiamato per aiutarla a ritirare dei prodotti dal mercato a livello internazionale. Il prodotto dell’azienda aveva un pezzo difettoso e potenzialmente pericoloso, che era stato aggiunto da uno dei suoi fornitori più piccoli. La prima cosa che ho pensato era che il mio cliente avrebbe dovuto chiedere a questo piccolo fornitore e al suo assicuratore il costo del ritiro del prodotto. A tal fine, ho chiesto una copia del contratto di fornitura tra il mio cliente e il suo fornitore.

Purtroppo, il contratto proteggeva questa piccola azienda in tutti questi aspetti. Sono rimasto sorpreso perché, in generale, sono le grandi imprese che impongono i termini del contratto ai loro fornitori più piccoli. Ho spiegato al mio contatto presso l’azienda, una persona di alto profilo internazionale, ma sicuramente non un avvocato, i motivi per cui la sua azienda aveva un contratto così sfavorevole, il che lo ha lasciato senza parole. Mi ha detto che la sua azienda era convinta che fosse un contratto scritto molto bene e che l’avevano appena utilizzato con tutti i loro nuovi fornitori. Gli ho detto che era uno dei migliori contratti che avessi mai visto e che era proprio quello il problema. Era scritto troppo bene ed interamente a favore del fornitore e non del mio cliente, che era il destinatario dei pezzi. Poi gli ho chiesto chi avesse redatto quel contratto. Ero molto curioso perché pensavo che la mia impresa fosse l’unica a gestire i contratti internazionali di quell’azienda. La sua risposta fu che non era stata scritta da nessun avvocato, ma che un dirigente della catena di produzione, senza formazione giuridica, aveva visto quel contratto quando il suo principale fornitore aveva chiesto loro di firmarlo e pensava che sarebbe stato un bel contratto solo perché proveniva da tale compagnia. La mia risposta è stata sì, è un bel contratto, ma un bel contratto per i fornitori, NON per gli acquirenti dei pezzi di ricambio. Quando quella società gli aveva chiesto di firmare il contratto, lui stava agendo come fornitore. Alla fine, il cliente finì per pagare tutte le spese di ritiro del prodotto.
Che cosa sarebbe successo se un avvocato avesse rivisto il contratto per un’ora o due ore senza conoscere il contesto del contratto? L’avvocato l’avrebbe letto e avrebbe dichiarato che si trattava di un bel contratto che non aveva bisogno di nessuna modifica.

Allo stesso modo, il contesto è essenziale nel caso delle clausole di risoluzione delle controversie.

Nel corso degli anni, i nostri avvocati cinesi hanno dovuto gestire le situazioni descritte di seguito. I fatti sono stati modificati per impedire a chiunque di riconoscersi in un caso particolare.

Arbitrato a Hong Kong per contratti cinesi: sì o no?

1. La giurisdizione di Tokyo.

Un’azienda americana è venuta a trovarci dopo aver appreso che degli industriali cinesi avevano iniziato a produrre e a vendere la nuova versione del loro prodotto principale. Nel contratto si afferma espressamente che le versioni future del prodotto principale appartengono alla società cinese e, quindi, l’ho fatto presente al potenziale cliente. Quest’ultimo mi ha poi detto che quando si è lamentato con l’industriale cinese per il furto della proprietà, questo gli ha citato la stessa disposizione del contratto e ha detto che il prodotto ora gli apparteneva.
Come se non bastasse, il contratto prevedeva che tutte le controversie sarebbero state risolte nella Corte Suprema di Tokyo. Ho chiesto al mio potenziale cliente perché era stato deciso che la Corte Suprema di Tokyo sarebbe stata la sede dell’arbitrato per qualsiasi controversia. La sua risposta è stata:

«La società cinese ha chiesto che tutte le controversie fossero risolte a Pechino e il mio avvocato ha detto che non avremmo avuto altra scelta e quindi ci siamo rifiutati». La società cinese ha poi proposto l’arbitrato a Singapore o a Hong Kong e il mio avvocato ha chiesto che fosse la Corte Suprema di Tokyo perché era il contrario di ciò che voleva l’altra parte, sia per quanto riguarda il tipo di arbitrato - arbitrato vs contenzioso - sia per la sede).

Accidenti. Quindi gli ho spiegato che nessun altro paese oltre alla Cina avrebbe accettato una causa nei suoi tribunali che non avesse relazione con il paese. Dal momento che il processo vede una società americana in una causa contro una società cinese per un problema che non ha alcuna rilevanza per il Giappone, non c'è modo che un tribunale giapponese diventi pubblico, libero (o quasi libero) per tali controversie. Non mi sono fatto problemi nemmeno a dirgli che non c’era nulla di simile alla Corte Suprema di Tokyo. Inoltre, anche se la società americana avesse fatto causa a Tokyo e fosse riuscita vincere il processo (cosa che non sarebbe mai accaduta), nessun tribunale cinese avrebbe eseguito la sentenza perché il tribunale di Tokyo non ha giurisdizione su un caso del genere in Cina. La società americana potrebbe essere in grado di convincere un tribunale cinese ad accettare il caso, ma ne dubito, semplicemente perché in Cina c’è una forte tendenza a far rispettare i contratti indipendentemente da quanto stupidi possano essere e la maggior parte dei tribunali cinesi avrebbero rifiutato il caso perché la causa non è stata intentata a Tokyo, come indicato nel contratto.

Arbitrato a Hong Kong per contratti cinesi: sì o no?


2. La giurisdizione di Toronto.

Questo è uno dei miei preferiti. Ho ricevuto alcune e-mail da persone arrabbiate che mi dicono cose tipo:

«Ho letto molto attentamente il tuo blog e non avevi ragione sul Canada, quindi mi chiedo su quante altre cose tu non abbia ragione. Ho letto uno dei tuoi blog in cui proponi il Canada per la risoluzione delle controversie, perché le aziende cinesi di solito saranno d’accordo. Beh, le aziende cinesi con cui lavoriamo sono d’accordo, ma quando siamo dovuti ricorrere alla giustizia canadese, gli avvocati canadesi ci hanno detto che non potevamo farlo».

In comunicazioni successive ho appreso che questa società aveva pensato—sulla base dei vantaggi che si hanno al proporre il Canada come sede di arbitrato—che avrebbe potuto stabilire il tribunale di Toronto come giurisdizione per le controversie tra la sua società statunitense e la sua controparte cinese. Come nell’esempio precedente, in nessun modo un tribunale di Toronto avrebbe accettato di mediare la controversia di due società straniere per un problema che non ha nulla a che fare con il Canada. Fortunatamente, l’avvocato canadese che l’azienda aveva consultato sapeva che sarebbe stato così e ha scelto di non spendere i soldi e il tempo dell’azienda americana cercando aiuto nella giurisdizione dei tribunali di Toronto. Ho dovuto ripetere e sottolineare il fatto che la risoluzione delle controversie dipende sempre da ogni situazione e che c'è una grande differenza tra ciò che si può fare in un arbitrato e ciò che si può fare in un tribunale straniero. Non ho segnalato—anche se avrei dovuto—il disclaimer che troverete qui sul nostro sito web (in inglese):

Il China Law Blog è a scopo educativo, cercando di fornire informazioni generali e una comprensione generale del diritto cinese. Non è pensata per fornire una consulenza legale specifica... Il China Law Blog non dovrebbe essere usato come sostituto di una consulenza legale competente da parte di un avvocato autorizzato.

Arbitrato a Hong Kong per contratti cinesi: sì o no?

3. La giurisdizione mista

Si verifica piuttosto frequentemente. Il contratto stabilisce che la società cinese deve citare in giudizio la società statunitense in un tribunale statunitense e la società statunitense deve citare la società cinese in un tribunale cinese. Il pensiero che c'è dietro è logico, ma la sua esecuzione è così difettosa che evitiamo questo tipo di clausole come la peste.

Queste clausole sembrano ragionevoli perché la giurisdizione mista è a favore delle società americane. Se la società cinese contesta un risarcimento danni contro la società americana, dovrà citare la società americana in un tribunale statunitense dove otterrà un processo equo. D’altra parte, la società americana può citare la società cinese in un tribunale cinese che, il 90% delle volte, è esattamente dove le società americane dovrebbero voler essere. Per saperne di più, vai a China Enforces United States Judgment: This Changes Pretty Much Nothing e China Contracts: Make Them Enforceable or Don’t Bother.

Ma i tribunali cinesi spesso interpretano le giurisdizioni miste come se non ci fosse nessuna giurisdizione in Cina. Per questo motivo, se davvero volete che la vostra giurisdizione sia in Cina, il contratto dovrebbe 1) essere regolato dal diritto cinese, 2) essere scritto in cinese, 3) stabilire la Cina come giurisdizione esclusiva. Non è scritto da nessuna parte, ma è ciò che accade realmente sul campo nei tribunali cinesi. Per questo motivo, i nostri avvocati cinesi specificano questi tre punti quando è fondamentale che il nostro cliente possa intentare un’azione legale in Cina.
Ma, ancora una volta, non esiste una risposta definitiva a ciò che sarebbe meglio in base alla situazione specifica di un’azienda. Per valutare correttamente se sei interessato ad avere il tuo contratto regolato dal diritto cinese sotto un tribunale cinese (quello che di solito scegliamo), devi sapere ciò che è veramente importante nella tua situazione. È più importante avere una risorsa efficace contro il fornitore cinese o è più importante rendere difficile alla società cinese la possibilità di citarvi in giudizio? Se il tuo obiettivo principale è quello di far rispettare il contratto contro la società cinese, di solito potrebbe fare al caso tuo la giurisdizione esclusiva in Cina e il contratto redatto in cinese. Se, invece, il tuo obiettivo principale è impedire ai cinesi di farti causa, dovresti rivolgerti alla giurisdizione esclusiva del tuo paese d’origine. In questo caso, è meglio tenere a mente che, poiché la Cina non applica le sentenze degli Stati Uniti o di altri paesi, potresti non riuscire mai a far osservare il contratto nel caso di una violazione dall’altra parte. Questi sono i criteri che dovrebbero aiutarti a scegliere la giurisdizione migliore in base al tuo contratto. Solitamente, la strategia della giurisdizione mista raramente funziona.

Arbitrato a Hong Kong per contratti cinesi: sì o no?

4. L’arbitrato della Camera di Commercio di Ginevra

Uno dei nostri migliori clienti ha presentato ad uno dei nostri avvocati specializzati in contenziosi internazionali un contratto che richiedeva un arbitrato davanti all’Istituto di Arbitrato della Camera di Commercio di Ginevra. Il problema era che la Camera di Commercio di Ginevra non disponeva di un Istituto di Arbitrato e non si occupava nemmeno degli arbitrati internazionali. Il nostro cliente si è messo in contatto con il nostro studio legale affinché gli scrivessimo un contratto; successivamente, ha apportato alcune modifiche e l’ha riutilizzato tranquillamente in un altro accordo. Il contratto che il mio studio aveva redatto specificava che le controversie dovevano essere risolversi davanti all’Istituto di Arbitrato della Camera di Commercio di Stoccolma, uno strumento molto comune per la risoluzione delle controversie tra aziende russe e americane. Quando il mio cliente se n’è andato, firmando poi un accordo con un’azienda spagnola, la quale si rifiutò di risolvere qualsiasi controversia a Stoccolma, il mio cliente decise di sostituire Stoccolma con Ginevra, lasciandolo così. Ma quando per il mio cliente è arrivato il momento di ricorrere all’arbitrato, abbiamo dovuto fare un grande sforzo per capire come avviare l’arbitrato davanti a un organo arbitrale inesistente. Quando decidemmo di sottoporre l’arbitrato all’Associazione svizzera di arbitrato (ASA) di Ginevra, l’altra parte non era d’accordo con la nostra scelta. Alla fine, riuscimmo a portare avanti il caso, ma solo dopo aver pagato molto per farlo.

Arbitrato a Hong Kong per contratti cinesi: sì o no?

5. L’arbitrato in Carolina del Sud, in cinese e sotto legge britannica

Sì, hai letto bene e se non rimani sorpreso... leggilo di nuovo. È diventato il mio caso preferito dal primo momento in cui ne ho sentito parlare. Una società statunitense ci ha chiesto di redigere una clausola di arbitrato in cinese, con sede in Carolina del Sud e secondo la legge britannica. Quando ho accennato il costo di far spostare tre mediatori cinesi mandarini in Carolina del Sud (senza considerare che l’altra parte può richiedere l’uso di un’altra variante cinese) e i costi aggiuntivi delle indagini e del contenzioso secondo la legge britannica, la società americana ha saggiamente deciso di non perseguire il caso. Quando ho chiesto all’azienda come mai avessero scelto questo particolare modo di risoluzione dei conflitti, mi hanno spiegato che l’avevano ripescato da uno dei loro precedenti accordi. All’epoca non dissi nulla, ma lo dico ora: una clausola di questo tipo è un ottimo modo per non scegliere l’arbitrato, che a volte può avere senso, ma una clausola come questa è un disastro se siete voi a dover citare in giudizio. Lo ripeto nuovamente: il contesto è tutto.

Di solito, quando dico che non posso fare commenti sulla scelta di Hong Kong come sede di arbitrato per un determinato contratto, qualche avvocato mi scrive chiedendomi “la mia opinione generale sull'arbitrato di Hong Kong”. La mia risposta è che ci sono molti mediatori ottimi a Hong Kong, ma gli arbitrati sono generalmente molto costosi e, cosa ancora più importante, raramente è il modo più efficace per far rispettare le disposizioni di un contratto alla parte cinese.

Onestamente, il problema più grande che ho con gli arbitrati a Hong Kong è che la maggior parte delle volte gli avvocati lo scelgono, non perché è il modo migliore per risolvere le controversie dei clienti, ma semplicemente perché è comodo. Si tratta infatti di un sistema legislativo consuetudinario, molto simile a quello di Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada e e Australia; i contratti e l’arbitrato possono tranquillamente essere in inglese. Come al solito, se è opportuno o meno ce lo dirà il contesto.
 

Ritratto di China Law Blog
China Law Blog

Este artículo proviene del China Law Blog de Harris Bricken. Harris Bricken es una firma de abogados internacional con abogados en Estados Unidos, España y China. Matthew Dresden dirige la práctica internacional de IP de Harris Bricken.

1