Perché le aziende di traduzione parlano di IA se usano principalmente sistemi di NMT?

Iniziamo con una risposta breve, concisa e diretta: per marketing e per le aspettative del mercato. Il termine IA vende. Dopo il boom mediatico dell’IA generativa, le aziende di traduzione non vogliono ritrovarsi sommerse dall’ondata tecnologica. Anche se un tempo la traduzione automatica neurale era all’avanguardia, ora quell’etichetta è stata surclassata dal fascino dell’acronimo «IA».
Così, molte aziende continuano a utilizzare i loro sistemi di NMT di sempre, ma ora promuovono i risultati come se fossero traduzioni fatte con IA. Ad esempio, DeepL descrive la sua piattaforma come «la soluzione di traduzione con tecnologia IA ideale per le aziende». E sul loro sito affermano: «La nostra tecnologia alimentata dall’IA è in grado di tradurre in modo preciso».
Nella realtà, la tecnologia di base di DeepL resta sempre un traduttore neurale, ma è altamente addestrato con dati bilingue e, recentemente, ampliato anche con un modello linguistico di grandi dimensioni (LLM). Non hanno smesso di usare reti neurali né hanno scoperto un nuovo metodo. Semplicemente lo vendono parlandoci, in maniera generale, di IA.
Il perché di questo rebranding? Ci sono diverse ragioni:
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Stare al passo con le tendenze
I clienti di tutti i settori sono entusiasti dell’apparizione dell’intelligenza artificiale. Se un’agenzia di traduzione parla la loro lingua e promette loro una traduzione con IA, risulterà più innovativo che dire traduzione automatica. In alcune persone, l’aggettivo «automatica» può evocare l’idea di una traduzione letterale o far riemergere errori comici del passato. D’altra parte, l’IA contiene la parola intelligenza, e richiama alla mente apprendimento e modernità.
Educare il cliente
Paradossalmente, molti utenti non sanno che la traduzione automatica moderna è già IA. Dopo ChatGPT, alcuni dirigenti e clienti hanno iniziato a chiedere alle agenzie: «Usate l’IA per tradurre?». Se le agenzie rispondessero «No, usiamo sistemi di NMT», è molto probabile che il cliente non capisca che si tratti della stessa cosa Per semplificare, dicono «Sì, usiamo IA». Infatti, molte persone chiedono se l’IA è in grado di tradurre, senza rendersi conto che questa capacità non è nuova né esclusiva dei recenti LLM, poiché i sistemi di NMT già lo facevano. Quindi le aziende cercano di chiarire: «Sì, utilizziamo l’IA nella traduzione. Usavamo sistemi di NMT, ma ora è IA».
Mantenersi sul mercato
Dopo ChatGPT, si ha sempre di più la percezione che se un’agenzia non menziona l’IA, allora sta rimanendo indietro. Anche se continuano ad usare gli stessi strumenti, introdurre «intelligenza artificiale» nella loro proposta permette loro di posizionarsi all’interno dell’attuale trasformazione digitale.
In sintesi, le aziende di traduzione continuano a usare principalmente sistemi di NMT, travestendola da IA per attirare l‘attenzione. È un cambio nella comunicazione, piuttosto che nella tecnologia che ci sta dietro. Ovviamente, questo non significa che stiano mentendo sulle capacità dei sistemi, anche perché un buon motore di NMT è in realtà un’intelligenza artificiale un po’ più potente. Tuttavia, tutto ciò potrebbe confondere il cliente se questo dà per scontato che «IA» uguale a «qualità umana immediata» o che si stanno usando modelli come quello di GPT-4, quando non è così. Per questo motivo è sempre meglio assicurarsi di cosa c'è dietro l’etichetta «IA».
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Josh Gambín Asensio è laureato in Scienze biologiche presso l'Università di Valencia e in Traduzione e Interpretazione presso l'Università di Granada. Ha lavorato come project manager, impaginatore e traduttore freelance e in-house. Dal 2002 è socio fondatore di AbroadLink e attualmente ricopre la carica di Direttore Vendite e Marketing.
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